Migranti, Meloni su accordo Inghilterra-Ruanda: "Razzista considerare il Paese indegno solo perché in Africa"

Meloni ha parlato con i giornalisti a margine della due giorni a Londra. Riguardo agli accordi tra Inghilterra ed il Ruanda per il trasferimento dei migranti, loda la politica di Sunak

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un incontro informale con i giornalisti presso l’Ambasciata d’Italia a Londra. L’incontro è avvenuto a margine della visita di due giorni del Premier presso il Primo Ministro inglese Sunak.

Meloni ha commentato la politica migratoria del Premier inglese Sunak

Ampio spazio è stato dato dalla stampa proprio a domande riguardanti le politiche in campo migratorio del Premier conservatore Britannico, In particolare riguardo alla controversa proposta di Downing Street di trasferire gli immigrati illegali presenti sull’isola in Ruanda. Iniziativa per la quale i critici usano il termine “deportazione”. Proprio riguardo al termine in questione il Premier Meloni dichiara immediatamente la propria contrarietà, sottolineando la gravità del suo utilizzo. “Io non la vedo come una deportazione – sono le parole di Meloni - ma come un accordo tra Stati liberi, nei quali viene garantita la sicurezza delle persone, e credo che parlare di deportazione o lasciare intendere che il Ruanda sarebbe un Paese che non rispetta i diritti e sarebbe una nazione inadeguata o indegna, credo che questo, sì, sia un modo razzista di leggere le cose”.

Al Premier viene quindi chiesto un commento sui forti dubbi della Corte Europea dei Diritti Umani sempre riguardo all’accordo Regno Unito-Ruanda. Il Presidente del Consiglio ha affermato di non sapere di quali diritti violati parlasse la Corte, tornando a ripetere che la considerazione del Ruanda come di uno Stato fallito solo per il suo essere in Africa, è manifestazione di una vera visione razzista di fondo. “Non è una questione di deportazione: di fronte all'immigrazione illegale, non stai deportando nessuno. Quando queste persone arrivano, tu processi le loro richieste, c'è un tempo nel quale quella richiesta va processata per capire se c'è il diritto ad avere la protezione internazionale o no. Nel qual caso, per tutte le Corti del mondo, se non hai diritto alla copertura devi tornare a casa”. Il Premier ha quindi continuato parlando della gestione di tali richieste: “Dove queste richieste vengano processate è assolutamente secondario, e la stessa Ue prevede dei centri dove trattenere queste persone durante la richiesta. Il punto che dobbiamo considerare è che la materia diventa molto più difficile da gestire se tu pensi di poter concentrare la pressione solo su alcune nazioni”.

Meloni ha poi sottolineato la volontà di Londra a collaborare con Frontex, nell’ottica di una visione continentale che riconosca il fronte sud del nostro Paese non soltanto come confine italiano, ma Europeo: “Come sempre, se non si difendono le frontiere esterne e non si lavora sulla dimensione esterna, hai voglia a cercare di risolvere il problema internamente tra le singole nazioni. Chi arriva in Italia poi va in Francia, in Germania, in alcuni casi per il tramite della Manica arriva in Gran Bretagna”.