Enrico Borghi, Italia Viva accoglierà il Senatore in fuga dal PD di Schlein: "Omologazione culturale dettata da poteri esterni"
Il Senatore del PD Enrico Borghi ha annunciato che lascerà il partito per approdare ad Italia Viva. Crescono i malumori verso la Segretaria Schlein e la sua "sinistra massimalista figlia della cancel culture americana"
Il Senatore Enrico Borghi lascia il PD per approdare a Italia Viva. Crescono i malumori in seno al Partito Democratico dopo l'elezione della Segretaria Elly Schlein, accusata di importare in Italia temi e modalità tipiche della realtà liberal americana, ma che rischiano di alienare nel nostro Paese l'elettorato moderato.
Enrico Borghi lascia il PD di Schlein, approderà a Italia Viva
Continuano le uscite di scena in casa PD dopo l’elezione della Segretaria Elly Schlein. Era stato Giuseppe Fioroni, Ministro dell’Istruzione ai tempi del Governo Prodi, il primo ad allontanarsi. Era poi seguito Andrea Marcucci, ex Capogruppo in Senato. Il 26 aprile, infine l’annuncio del terzo addio. È quello del Senatore Dem, e membro del Copasir, Enrico Borghi, che, ha annunciato, approderà ora al gruppo Italia Viva di Matteo Renzi. La fuoriuscita di un altro membro del principale partito dell’opposizione è il sintomo di un malumore sotterraneo sempre più diffuso nei confronti della nuova dirigenza.
È in particolare l’area dei cattolici Dem quella ad accusare più mal di pancia verso la nuova veste che Schlein sta facendo indossare al partito. Oltre ai temi, viene denunciata da molti senatori la scarsa propensione al compromesso della neo Segretaria verso il resto del PD. Si sottolinea in particolare la questione della nomina della nuova dirigenza: nomi calati dall’alto, si mormora sempre più spesso dalle parti del Nazareno, troppo radicali per la realtà italiana e che rischiano di alienare l’elettorato moderato dalle proposte del partito.
Borghi: “C’è un percorso di omologazione culturale dettata da poteri esterni”
Il Partito Democratico, ha detto il Senatore Borghi giustificando la sua decisione, “è diventato la casa di una sinistra massimalista figlia della cancel culture americana che non fa sintesi e non dialoga (…) dobbiamo impedire a Giorgia Meloni di lanciare un’Opa sui moderati italiani”. E proprio della titubanza di ampie fasce Dem nei confronti delle proposte, e soprattutto dell’approccio, del nuovo Segretario, Borghi parla riferendosi alla questione dell’utero in affitto: “Ho sentito da Schlein parole chiare su un altro versante, e cioè sull’utero in affitto: la segretaria del Pd si è detta favorevole contando, bontà sua, di parlarne con il partito che guida. In questo passaggio ci sono gli elementi della mutazione. C’è un percorso di omologazione culturale, dettata da poteri esterni, che parla di deboli e poi agevola lo sfruttamento proprio dei più deboli”.
La Segretaria vuole fare l’americana, Italia Viva ringrazia
Il timore diffuso è che Schlein, formatasi nell’humus della sinistra liberal americana ai tempi della campagna elettorale di Barack Obama a cui aveva contribuito, voglia oggi importare i cosiddetti temi “woke” e quelle modalità proprie della cancel culture che vanno per la maggiore oltre oceano, anche in Italia. Sono sempre di più tuttavia, all’interno del PD, a chiedersi quanto tale narrazione possa mettere radici nel nostro Paese, e quanto, piuttosto, non alieni fasce di elettori moderati da un partito che rischia di essere percepito sempre di più come di sinistra radicale. E finché ce lo si chiede, qualcuno inizia a saltare sulla scialuppa IV.