Mattarella visita Auschwitz: "Ecco l'orrore. Già studiarlo è impressionante ma vederlo è un'altra cosa"
Secondo giorno del viaggio del capo dello Stato in Polonia. Nel campo di concentramento di Auschwitz ha deposto una corona di fiori davanti al muro delle fucilazioni
Sergio Mattarella ha visitato il campo di concentramento di Auschwitz. Lo hanno accompagnato le sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute alla Shoah, gli studenti di tre scuole, di Terracina, Ancona e Sacile. Il capo dello Stato, dopo aver visitato il museo di Auschwitz, ha partecipato alla tradizionale Marcia dei vivi in ricordo delle vittime dell'Olocausto.
Mattarella in Polonia visita Auschwitz: "Ecco l'orrore"
Successivamente il presidente ha depositato una corona di fiori davanti al muro delle fucilazioni, sempre ad Auschwitz. Dopo qualche momento di raccoglimento, il Capo dello Stato ha chiamato accanto a sé le sorelle Tatiana e Andra Bucci, sopravvissute al lager nazista in terra polacca.
"Un luogo dell'orrore", ha detto il capo dello Stato. "Già studiarlo, e l'ho fatto molto a lungo, è impressionante ma vederlo è un'altra cosa. È già straziante leggere e vedere nei video le testimonianze, ma vederlo è un'altra cosa che dà la misura dell'inimmaginabile. Vedere quelle scarpe, vedere quelle scarpette dei bambini dei neonati Sono cose inimmaginabili. Bisogna continuare a ricordare e bisogna ricordare che quello che vediamo è una piccola parte", ha detto Mattarella visitando il museo dove sono depositati gli oggetti che erano appartenuti alle migliaia di persone sterminate dai nazisti.
"Non pensavo che avrei pianto, e invece vedere tutti questi ragazzi e anche dei bambini marciare ad Auschwitz per ricordare quel che è successo mi commuove", ha detto Tatiana Bucci, una delle due sorelle sopravvissute all'Olocausto, che non è riuscita a trattenere le lacrime. "Sono stata qui dall'aprile 1944 alla fine della guerra. Qui eravamo in otto della mia famiglia e siamo sopravvissuti in quattro. Per questo per me venire qui è come per un'altra persona andare al cimitero" ha spiegato.
"Sono tornata quaranta volte ormai, la prima era negli anni '90 perché prima io, come tanti altri sopravvissuti, non me la sentivo di raccontare quello che avevamo vissuto", continua la donna. "Per me - dice invece Tatiana Bucci - è importante che vengano anche gli altri da tutto il mondo, per ricordare il Novecento e ricordare cos'è la Shoah, perché non si debba mai più ripetere".
"Dobbiamo essere pronti ad accettare il diverso da noi, che sia diverso per colore, religione o nascita - conclude Tatiana Bucci - il mare che si trasforma in un cimitero non è accettabile. L'uomo sa essere crudele e lo vediamo ancora, ma ci sono anche uomini che danno la vita per gli altri: speriamo che non debba succedere più".