04 Aprile 2023
Sergio MattarellaFoto: LaPresse
Al Quirinale l'arrabbiatura per gli "scoop a orologeria" ancora non è stata smaltita e ci si chiede chi possa aver "servito" ai media la pietanza dell'incontro con Mario Draghi distorcendone completamente il senso e la portata.
Quel che è peggio è che al Colle si sospetta che qualcuno stia tentando di azzoppare l'arbitro proprio ora che si sta entrando nel vivo della legislatura e che per il governo si prospettano tempi durissimi, a cominciare dall'acquisizione dei fondi Europei via PNRR. Insomma, il forte sospetto che agita il Colle è che qualcuno, temendo fallimenti futuri, sia già in cerca di facili alibi puntando a far passare il Quirinale addirittura come una sorta di "troika" (insieme a Draghi e Gentiloni) pronta a mettersi all'opposizione, a fare il controcanto, ad indirizzare o addirittura interferire con il governo Meloni. Alibi perfetto per un governo già in difficoltà e che nei prossimi mesi potrebbe non riuscire a centrare gli obiettivi. Alibi perfetto per scaricare eventuali tensioni con Bruxelles o nelle piazze per le promesse mancate.
Ma c'è di più: se nell'opinione pubblica passasse l'errato messaggio che Sergio Mattarella non è più super partes e più che dare retta a Giorgia Meloni desse piuttosto ascolto a Mario Draghi e Paolo Gentiloni sarebbe molto più facile aprire la strada al presidenzialismo e di conseguenza far terminare anzitempo il mandato dell'attuale capo dello stato, da alcuni percepito come ostacolo all'attività di governo piuttosto che come risorsa, l'ultimo ostacolo da superare per l'ottenimento della piena egemonia nel paese.
Ecco perché al Quirinale si chiedono "cui prodest" tutto ciò. La risposta è fin troppo facile.
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