Meloni-Macron, il premier assediato in Francia apre alla leader, che avvisa: "Dalla Tunisia rischio 900mila arrivi"

Al centro del bilaterale ieri sera a Bruxelles il tema migranti su cui la leader esprime preoccupazione ed il sostegno alla guerra in Ucraina

Prove di disgelo al Consiglio Ue tra Meloni e Macron. I due hanno avuto un faccia dopo le 22 in una sala privata dopo le tensioni dei mesi scorsi in tema migranti. Un incontro chiesto dal leader francese, più in difficoltà dell'omologa in questo momento visto le tensioni in Francia dopo la decisioni di scavalcare il Parlamento ed approvare la riforma delle pensioni. 

Meloni-Macron, tra i temi trattati i migranti e la guerra in Ucraina

Se i temi che la Meloni ha portato al Consiglio Ue che si chiuderà oggi erano i migranti e la guerra in Ucraina, l'incontro con Macron non si è discostato molto dal trattare questi argomenti. Un incontro che riferiscono fonti dell'Eliseo "è stato un’occasione per discutere le opportunità di cooperazione su questioni importanti per entrambi i Paesi, come la migrazione, l’industria e lo spazio". Macron e Meloni hanno parlato anche della "necessità di continuare a lavorare per la sovranità europea, sia in termini di politica industriale, per garantire la competitività dell’Unione, che di energia, per assicurare la decarbonizzazione delle loro economie".

Si tratta del primo faccia a faccia tra i due dopo quello dell'ottobre scorso. La premier aveva incontrato Macron quando non aveva ancora ottenuto la fiducia del Parlamento, in privato a Roma. Nei mesi passati poi le tensioni, i botta e risposta dell'esecutivo col ministro dell'Interno Francese che lamentava una mancanza di sensibilità di Roma in tema migrazione. Tema che viene di nuovo a galla, specie dopo la strage di Cutro di cui la premier si tiene alla larga da colpe.

Al centro dei colloqui anche la bollinatura delle tecnologie nucleari fra quelle compatibili alla transizione energetica. Essenziale per Parigi.

Migranti, Meloni: "Se collassa la Tunisia rischiano 900mila arrivi"

La Francia può invece dare una grossa mano in tema migranti. Dalla Tunisia, come spiegato dalla premier, apparsa "molto preoccupata", al termine del vertice con gli altri Capi di Stato, si rischiano "900mila arrivi", specie se il Paese dovesse collassare. Un avvertimento che fa propendere per delle misure urgenti: in primis il rafforzamento della cooperazione coi Paesi di transito, misure concrete contro i trafficanti, maggiori ingressi legali che scoraggino quelli illegali e maggior lavoro sui rimpatri.

Il piano di Meloni è semplice: approvare il prestito del Fondo Monetario Internazionale per Tunisi per evitare un'altra Libia. Un piano di cui è d'accordo anche il ministro della Difesa Tajani per il quale "la situazione critica sul fronte economico e sociale ha gravi effetti anche sulle partenze dei migranti".