Direttiva Case Green, ok da Strasburgo con 343 sì e 216 no. Ora passa a negoziati con Stati

La plenaria del Parlamento Eu ha promosso la direttiva sull'efficientamento energetico. Il centrodestra italiano ha dato voto contrario

Il Parlamento Ue promuove con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti la direttiva sulle Case Green. Prima dell'entrata in vigore si deve ancora passare del Trilogo, cioè i negoziati tra Parlamento, Commissione e Consiglio. 

Direttiva Case Green, sì da Eurocamera

Il Parlamento Europeo dà il via libera alla direttiva sulle Case Green. Il testo, emendato più volte prima di questa approvazione, prevede che gli edifici residenziali raggiungano la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033. È stato approvato con  343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti. 

In Aula il relatore Ciarán Cuffe ha annunciato: "Abbiamo visto che vince la ristrutturazione con forza, degli edifici. Ora rinvio in testo in Commissione per i negoziati istituzionali". L'ok di Strasburgo è un passaggio fondamentale per l'entrata in vigore della direttiva, ma non è sufficiente. 

Ora il testo deve passare al Trilogo, cioè deve essere discusso fra rappresentanti del Parlamento, della Commissione e del Consiglio. In questa sede l'esecutivo europeo e gli Stati membri possono far valere la loro voce prima di rinviare il testo alla plenaria. 

Governo non soddisfatto

La decisione di Strasburgo scontenta il Governo. Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin dichiara: "Non mettiamo in discussione gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali. Manca però in questo testo una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come 'bene rifugio' delle famiglie italiane".   

Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, ringrazia "gli esponenti della maggioranza politica italiana hanno votato contro" e chiama a partecipare direttamente Giorgia Meloni "al fine di scongiurare l'introduzione di una disciplina' giudicata - a ragione - pericolosa per il nostro Paese".