Discorso Liliana Segre in Senato, dov'era durante la discriminazione imposta per decreto dal governo Draghi?

Le sue parole dovrebbero diventare un urlo contro un sistema che ha imposto l’irricevibile baratto della Libertà in cambio della Salute, oltretutto basandosi su un presupposto scientifico e giuridico falso.

È iniziata la XIX legislatura. Con il discorso della senatrice a vita Liliana Segre. È toccato a lei, in qualità di membro anziano del Senato, in sostituzione di Giorgio Napolitano, aprire ufficialmente la nuova stagione legislativa.

Un discorso istituzionale di ventidue minuti, alto e denso in cui la senatrice ha mescolato temi di drammatica attualità, dalla guerra in Ucraina all’emergenza energetica, a valori fondanti della nostra Nazione, dalla Pace alla Libertà.

Su tutto emerge il forte e deciso richiamo ai principi della costituzione, la stella polare che indica la via ai rappresentanti delle istituzioni per costruire “un Paese più giusto e più felice”.

Ecco, cara signora Segre, le sue parole sarebbero state quantomai necessarie durante l’apartheid imposto per decreto dal governo Draghi proprio un anno fa. Il 15 ottobre 2021 resterà nella storia italiana come uno dei giorni più bui.  Milioni di persone sono state private dei diritti costituzionali impedendo loro di lavorare, di studiare, di spostarsi liberamente, perfino di frequentare negozi, bar e ristoranti senza che autorevoli voci, come la sua, si levassero in difesa della Libertà e dei diritti di una minoranza che ha consapevolmente scelto di non sottoporsi a un trattamento con un farmaco sperimentale.

Le sue parole dovrebbero diventare un urlo contro un sistema che ha imposto l’irricevibile baratto della Libertà in cambio della Salute, oltretutto basandosi su un presupposto scientifico e giuridico falso.

Infatti forse le è sfuggito che il 12 ottobre la signora Janine Small, direttore commerciale di Pfizer, in audizione davanti alla Commissione COVI del Parlamento Europeo, ha ammesso, con una urticante risatina, che il ciclo di test per valutare se il “vaccino” fosse in grado di arrestare la trasmissione del virus non è mai stato effettuato.

Gli obblighi vaccinali si fondano dunque su un falso presupposto scientifico.

La ratio giuridica del duetto Draghi-Speranza è falsa.

Come sono false le affermazioni a reti unificate di presunti virologi che hanno imposto il pensiero unico del “vaccino” efficace&sicuro, attaccando ferocemente, insultando e ridicolizzando chiunque osasse opporsi al diktat della “scienza”.

Piccoli uomini in camice bianco, mossi da giganteschi conflitti di interesse, si sono trasformati in sacerdoti e hanno celebrato la liturgia predisposta dalla chiesa di Scienziology con la nefasta complicità della maggioranza dei media e di buona parte della magistratura.

Cara signora Segre quanto sarebbe stato bello e utile per la salute e l’equilibrio della nostra Nazione captare segnali di ribellione o almeno di preoccupazione da parte di chi oggi teme per l’avvento di un regime totalitario.

Non è totalitarismo quello che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo?

È una forma nuova e inedita di totalitarismo quello in cui siamo sprofondati.

Un totalitarismo tecnocratico, come lo definisce Mattias Desmet in “Psicologia del totalitarismo”.

Non è totalitarismo quello in cui le massime cariche dello stato mentono per imporre un obbligo che viola palesemente almeno mezza dozzina di articoli della Costituzione?

Draghi ha mentito quando ha affermato: “Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire” (22 luglio 2021).

Mattarella ha mentito nel suo discorso all’inaugurazione dell’anno accademico 2021-22 all’Università degli Studi di Pavia quando ha affermato: “Non si invochi la Libertà per sottrarsi alla vaccinazione, perché quell’invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui” (5 settembre 2021).

Papa Francesco ha mentito quando, parlando ai membri del corpo diplomatico, ha affermato: “ vaccinarsi è un atto d’amore. Eticamente tutti devono vaccinarsi, non è un’opzione. Ti giochi la vita è giochi anche la vita degli altri” (10 gennaio 2022)

In confronto a tutto questo, mi creda cara signora Segre, l’elezione di Ignazio Benito Maria La Russa alla presidenza del Senato è niente.

Lo dico da convinto antifascista e da oppositore di qualsiasi dittatura o regime totalitario.

Cara signora Segre, lei ha fatto della memoria la sua ragione di vita, tutti le riconosciamo il merito e il valore.

Nel suo intenso discorso ha tratteggiato i rischi per la democrazia e la Libertà, citando il centenario della marcia su Roma, il valore dell’articolo 3 della Costituzione e le leggi razziali: “ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!”

Ma è mai possibile, cara signora Segre,  che lei non si sia accorta che nel 2022 ci sono state migliaia di bambine e di bambini che, come lei, sono stati costretti a lasciare i loro banchi vuoti? Neanche per un attimo si è ricordata cosa prova un bambino che subisceuna tale violenza ?

La sua stessa vertigine, mista a nausea e terrore, l’abbiamo provata noi in questi tempi bui in cui ad alcuni bambini è stato negato l’accesso allo sport, ai mezzi pubblici, ai locali pubblici e sono stati sottoposti a continue discriminazioni in ambito scolastico.

Lo stesso terribile senso di vertigine lo abbiamo provato vedendo i cittadini che sono (stati) costretti a vivere in un regime in cui la tessera verde, il Green Pass, ha garantito di continuare a usufruire “liberamente” dei diritti fondamentali per ciascun individuo.

Cara signora Segre una società che condiziona la Libertà e la subordina alla salute o alla sicurezza non è affatto libera e giusta.

Di Marco Pozzi