Elezioni politiche 2022, Salvini: "Draghi trovi i soldi per le bollette" e Palazzo Chigi tace

Scontro Salvini Draghi dopo la conferenza stampa di ieri, dove il premier ha indicato "qualcuno che parla di nascosto ai russi", il leader della Lega: "Si occupi di bollette"

Mettere mano al caro bolletta non è una cosa semplice, per farlo bisognerebbe infatti rivedere tutto il complesso meccanismo di sanzioni messo a punto proprio da Draghi.

Elezioni politiche 2022, Salvini gela Draghi: "Pensi alle bollette"

Per questo Mario Draghi, pur essendo un presidente pro tempore e pur avendo dinanzi a sé la più grande emergenza energetica che la storia italiana ricordi, preferisce non metterci mano. A Matteo Salvini non sono andate giù le parole pronunciate da Mario Draghi durante la conferenza stampa seguita all'ultimo Consiglio dei Ministri, proprio ieri a Palazzo Chigi, dove il presidente pro tempore ha detto che non salirerebbe più al governo, perché c'è qualcuno che "parla di nascosto ai russi" e li "ama alla follia".
Ma sull'essere eterodiretto da Mosca, Salvini risponde in maniera sferzante: "La conferenza stampa di Draghi? Non ho tempo di seguire la, penso sia legittimo non seguirla, almeno non c'è ancora un articolo costituzionale che lo impone. Oltre che parlare di pupazzi spero che draghi trovi il tempo per trovare altri soldi per aiutare gli italiani a pagare le bollette perché non so se ha capito l'emergenza nazionale a cui stiamo andando incontro".
E in effetti queste parole suonano durissime a Palazzo Chigi, dove regna il gelo e si preferisce non alimentare la polemica. Forte è il rischio che qualcuno ricordi al governo quanto le sanzioni abbiano letteralmente piegato l'industria italiana l'ultimo rapporto di Confindustria proprio ieri prospetta una perdita di posti di lavoro nell'ordine di 582.000 unità.
Confcommercio è molto chiara nel dire che a rischio nel 2023 sono 120.000 aziende, che si sommano per altro alle duecentomila del 2022.

Silvio Berluconi contro Giorgia Meloni: "Sbagliato e pericoloso mettere in discussione il PNRR"

Numeri apocalittici, che bastano da soli a ridefinire l'economia dei prossimi vent'anni. L'emergenza del motore che spinge l'economia di un paese, metterla in crisi significa demolire quanto si è costruito negli ultimi decenni. Silvio Berlusconi però è scettico sulla discussione del PNRR: "Se per discuterlo si dovessero mettere a rischio risorse preziose che con tanta fatica abbiamo procurato per far ripartire l'Italia, sarebbe illogico e pericoloso, Non c'è nessun motivo per chiederlo". Immediatamente viene zittito da Giorgia Meloni: "Non credo che sia pericoloso. Banalmente credo che non sia un tema ideologico".
La fede draghiana di Silvio Berlusconi viene subito spenta dalle parole della leader di Fratelli d'Italia a cui repliche anche Enrico Letta: "La destra propone di passare da draghi a meloni. È talmente evidente il salto di qualità in negativo di una proposta di questo genere"