Elezioni, Conte: “Limitare i decreti d’urgenza, il governo ne abusa”. E i suoi Dpcm cos’erano?
I Dpcm dell’allora premier hanno scandito la vita degli italiani per un anno abbondante, ma sotto elezioni il leader del M5s invita tutti “a rispettare la Costituzione” (che non prevede i lockdown)
Era l’uomo dei Dpcm. Ne sfornava a raffica. Bar aperti e poi chiusi alle 18, ma con l’asporto fino a mezzanotte, supermercati sì, piscine ovviamente no, passeggiata col cane ok, passeggiata da solo, uhm, solo nel cortile di casa. I Dpcm di Giuseppe Conte hanno scandito la vita degli italiani per un anno abbondante. Anche se non volevi eri costretto ad accendere la televisione o a collegarti su Facebook per sapere che cosa avresti potuto fare (e soprattutto che cosa non avresti potuto fare, cioè più o meno tutto). Però adesso siamo in campagna elettorale. E la campagna elettorale, si sa, fa miracoli. Così il leader del M5s, il paladino dei Dpcm, vuole limitare i decreti.
Elezioni, Conte: “Limitare i decreti d’urgenza, il governo ne abusa”. E i suoi Dpcm cos’erano?
Attenzione bene: “Il Parlamento, quale organo detentore del potere legislativo, sta assistendo a un progressivo depauperamento delle sue prerogative a vantaggio del governo, che agisce abusando, sia in termini quantitativi sia in termini contenutistici, dello strumento del decreto legge”. L’ha scritto Conte su Facebook. Davvero. Quel Conte lì. Quello che annunciava Dpcm un giorno per un altro. Ma è il Parlamento che sta abusando dei decreti legge, non lui quando era a Palazzo Chigi. “Bisogna ritornare a rispettare la Costituzione e quindi il dettato della reale necessità e urgenza e il dovere di inserire nei decreti solo contenuti omogenei tra loro”.
Elezioni, Conte: “Limitare i decreti d’urgenza, il governo ne abusa”. Dov’era la Costituzione nel 2020?
La Costituzione, tecnicamente, proibisce di segregare le persone in casa per due mesi. Ma Conte, quando era premier, non ci faceva troppo caso. Ricordate? “Vi sarà consentito”. “Vi sarà permesso”. Dov’era, lì, la Costituzione? “Inoltre bisogna garantire a entrambe le Camere il tempo necessario per esaminare e modificare i decreti del governo”, ha aggiunto Conte. Anche qui: i suoi Dpcm venivano approvati all’istante, senza passare per le Camere. Ora, invece, alle Camere serve il tempo necessario. “Ma è importante anche pensare ad alternative valide rispetto al decreto legge, che non mortifichino il Parlamento”, ha scritto ancora Conte. “Proponiamo che il governo ottenga una corsia preferenziale in Parlamento per l’esame dei disegni di legge (uno strumento legislativo che non mortifica il Parlamento) di sua iniziativa”. Hashtag: #DallaParteGiusta. Che quando era presidente del Consiglio era quella dei Dpcm.