Sanzioni alla Russia, centrosinistra insiste ma Salvini frena: "Ci rimettiamo noi"

Il leader della Lega Matteo Salvini: "Con le sanzioni contro la Russia, ci spiegavamo già a febbraio e io mi sono fidato. Però oggi sono passati 7 mesi e i numeri dicono che il risultato è il contrario: Mosca vende, esporta e guadagna come non mai e chi ci sta rimettendo?"

La politica continua a discutere sulle sanzioni alla Russia e mentre il centrosinistra insiste sul mantenere questa linea - nonostante gli aumenti delle bollette della luce, del gas e il caro benzina - Matteo Salvini frena: "Ci stiamo rimettendo noi". Al Forum Ambrosetti di Cernobbio i vari leader politici si sono confronti sul tema, tra ricette diverse e accuse incrociate. I più scettici sulle sanzioni nei confronti di Mosca e del suo leader Vladimir Putin sono stati il leader della Lega e la numero uno di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

Sanzioni alla Russia, centrosinistra insiste ma Salvini frena: "Ci rimettiamo noi"

"Con le sanzioni contro la Russia, ci spiegavamo già a febbraio e io mi sono fidato, li mettiamo in ginocchio. Sono passati 7 mesi e i numeri del Fondo monetario internazionale dicono che il risultato è il contrario: la Russia vende, esporta e guadagna come non mai e chi ci sta rimettendo? Voi. Non perché me lo dice Putin, ma perché sono pagato dai cittadini italiano dico ci avete chiesto le sanzioni? Bene, adesso l'Europa dia i soldi necessari per non chiudere le aziende e non perdere il lavoro". Queste le parole di Matteo Salvini.

E ancora: "Se vinciamo le elezioni, andremo al governo con un ministro degli Esteri che potrebbe essere qui dentro, andremo avanti" rispetto alle sanzioni alla Russia, "ma non possono rimetterci imprenditori e lavoratori italiani, serve uno scudo europeo". E dunque "andremo avanti con la via della punizione del regime che ha aggredito, ma proteggendo i nostri imprenditori e i nostri lavoratori", conclude infine.

Poi la posizione Giorgia Meloni. "Se l'Italia domani non mandasse più armi e non partecipasse più alle sanzioni, che cosa farebbe il resto dell'Occidente? Niente, continuerebbe a mandare armi". La leader di FdI spiega: "In questo momento è la nostra posizione che stiamo decidendo, la nostra credibilità. Se domani l'Italia si sfilasse dai suoi alleati, per l'Ucraina non cambierebbe niente, ma per l'Italia cambierebbe moltissimo. Una nazione seria che vuole difendere i suoi interessi deve avere una postura credibile", dice la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, intervenendo al forum Ambrosetti di Cernobbio.

Enrico Letta, segretario dem, riprende le parole di Matteo Salvini e dice che sono "frasi in libertà in campagna elettorale che rischiano di provocare un danno pesantissimo all'Italia, alla nostra affidabilità e al nostro ruolo in Europa. È irresponsabile questo modo di fare campagna elettorale sulla pelle dell'affidabilità del Paese". E quindi: "Le sanzioni sono fondamentali come ritorsione alla guerra, ma sono fondamentali se le applichiamo tutti insieme noi europei perché se siamo tutti insieme siamo fortissimi. Andare ogni per proprio conto non ha senso. Se siamo insieme vinciamo", afferma.

Infine, in chiusura, parla anche l'ex premer Giuseppe Conte. "Le sanzioni stanno facendo molto male a noi ma dobbiamo tenerle", afferma. Non c'è solo il Pil ma anche i valori democratici e del diritto che sono stati palesemente violati. Ma la politica deve svolgere il suo dovere, non è affidata solo Washington, la facciamo anche qui e la politica deve dire che la corsa al riarmo è una follia", conclude infine il leader pentastellato.