24 Agosto 2022
Al meeting di Rimini, Mario Draghi ha fatto faville, applauditissimo da tutti, ma ci sono state tante lacune. Tra i tanti argomenti, uno dei temi più caldi per la politica energetica è senza dubbio il price cap, misura per la quale il governo Draghi ha spinto molto nel confronto con l’Ue. “Alcuni Paesi continuano a opporsi a questa idea, perché temono che Mosca possa interrompere le forniture – ha spiegato il primo ministro – oggi l’Europa, e soprattutto questi Paesi più di noi, si trova con forniture incerte di gas russo e anche prezzi esorbitanti”. Mario Draghi ha poi spiegato: “La Commissione è al lavoro su una proposta per introdurre un tetto al prezzo del gas, che sarà presentata al prossimo Consiglio Europeo. Non so quale esito avrà perché – come dico – le posizioni sono molto diverse. Ma la Commissione presenterà anche una riflessione su come slegare il costo dell’energia elettrica dal costo del gas”. L’ex numero uno della Bce si è lamentato quindi del prezzo del gas e ha concluso affermando che saremo indipendenti da quello russo a partire dal 2024.
Tutto bellissimo ma sono ormai sei mesi che la guerra in Ucraina ha avuto inizio e di conseguenza la lacerazione dei rapporti con l’Europa, soprattutto con l’Italia con il quale la Russia aveva stretti legami, e non ci si può muovere con così tanto ritardo a spese di aziende, amministrazioni pubbliche e privati cittadini, i quali sono in ginocchio per gli altissimi costi. Le bollette italiane, dal gas all’elettricità, sono aumentate anche del 400%, con gravi disagi su pagamenti degli stipendi per le aziende e ricadute sulle spese dei singoli cittadini e delle famiglie. Non si può mettere in dubbio la buona volontà di Mario Draghi e di tutta l’Ue ma c’è un oggettivo ritardo nel contrastare rincari, crisi economica e sociale; il premier ha dato tempistiche sull’indipendenza dal gas russo ma non ha tranquillizzato nessuno su politiche di aiuti e calmierazione dei prezzi a stretto giro. Prima di annunciare “grandi” manovre internazionali, sarebbe stato meglio proclamare tamponamenti ai rincari per il Paese Italia, nel pubblico come nel privato. L’eleganza di Mario Draghi indubbiamente colpisce ma agli oratori più attenti non sono certo sfuggite le gravi mancanze per la nostra nazione. Ormai da mesi, gli italiani aspettano risposte concrete sulle bollette, che fanno fatica ad arrivare; se lo Stato non ha soldi, lo dica e attui una politica di riallacciamento rapporti con la Russia, la quale rappresenterebbe un salvataggio per il Paese. Ne va della salute dell’Italia che, ancora qualche settimana, e sarà al collasso economico e sociale, con grane di non poco conto per il prossimo esecutivo.
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