18 Agosto 2022
Alla festa dell’Unità di Bologna la bandiera rossa non trionferà. Anzi: verrà ammainata dalla par condicio. A poco più di un mese dalle elezioni politiche il tradizionale raduno del Pd nel capoluogo emiliano, in programma la prossima settimana, è diventato un caso. A contestare l’iniziativa è stato il deputato di Fratelli d'Italia, Galeazzo Bignami, che ha presentato un esposto in prefettura per protestare contro l’evento, che violerebbe le regole della campagna elettorale. Bandiere non visibili dall’esterno. Niente manifesti e cartelli elettorali. Appelli al voto non consentiti. Forse neppure i simboli di partito. Insomma: quella di Bologna rischia di diventare la festa della Castità politica.
La festa dell’Unità. Quell’ecosistema di salamelle alla griglia, ballo liscio e vino rosso. Quella di Bologna, nella rossa Emilia-Romagna, è tra le più importanti. Certo, anche da quelle parti la festa dell’Unità ha seguito l’evoluzione della sinistra e in particolare del Pd, lontano parente del Pci e distaccato da quel termine, comunisti, ormai buono per qualche battuta di Silvio Berlusconi, l’unico che crede che esistano ancora, almeno in Parlamento. Il proletariato, le lotte sociali, le fabbriche, gli operai hanno lasciato il posto a logiche di partito e alla politica politicante, con alcuni esponenti del Pd che più volte hanno ammesso di aver erroneamente accantonato le periferie, cuore pulsante delle classi meno abbienti, per concentrarsi sui palazzi romani. Probabilmente la festa dell’Unità, seppur mutata nell’anima, era uno degli ultimi simboli della sinistra autentica, quella della falce e martello, quella dei libri di Marx e dei baffi di Stalin. Quest’anno, però, anche l’evento bolognese rischia di diventare una normale sagra cittadina.
“È una violazione delle regole”, ha incalzato Bignami, secondo il quale l’area del Parco Nord, tradizionale sede del ritrovo democratico, “è uno spazio pubblico che viene dato in concessione a un partito senza rispettare le regole della campagna elettorale. A Bologna le regole valgono per tutti, ma per il Pd valgono sempre meno”. Sulla questione è intervenuto il prefetto del capoluogo emiliano, Attilio Visconti. “Bisogna rispettare la legge”, ha detto al Resto del Carlino. “Il mio è un appello al buon senso e all’etica politica. Non posso dare altre indicazioni, se non vigilare che non sia fatta campagna elettorale in contesti impropri. Non dovranno quindi esserci manifesti e cartelloni o appelli al voto. Si potrà invece parlare d’altro. Gli organizzatori della festa dell’Unità possono fare quel che vogliono, tranne campagna elettorale”. Cosa non facile, dato che la kermesse inizierà il 25 agosto, a un mese esatto dalle politiche. Avanti popolo, ma senza bandiera rossa.
di Filippo Merli
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