Di Maio nella lista del Pd? La mossa dem fa discutere. Di Battista: "Trasformista"

L'ex deputato M5s Alessandro Di Battista: "La politica si è ridotta ad un ufficio di collocamento"

Luigi Di Maio potrebbe essere candidato nella lista del Pd e ad aprire a questa possibilità è stato direttamente il segretario dem, Enrico Letta, dopo aver raggiunto l'accordo con Carlo Calenda. Uno dei punti principali di questa intesa riguarda infatti il cosiddetto "diritto di tribuna", ovvero la possibilità di garantire un seggio, in caso di vittoria alle elezioni del 25 settembre 2022, anche a quei partiti che non superano il 3% delle preferenze. E subito personaggi come Alessandro Di Battista attaccano il ministro degli Esteri: "Trasformista senza voti coccolato dal Pd".

Di Maio nella lista del Pd? La mossa dem fa discutere. Di Battista: "Trasformista"

Nella lista Pd dunque, stando alle ultime decisioni di Enrico Letta, ci sarà spazio anche per altre persone, come gli ex grillini. Tra questi il nome che più di tutti fa discutere è appunto quello di Luigi Di Maio, oggi leader di Impegno Civico, partito fondato assieme a Bruno Tabacci. Il titolare della Farnesina "non ha un voto", scrive oggi su Fb Alessandro di Battista. E attacca: "Chi conosce il fanciullo di oggi, lo evita. Trasformista, disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi".

"Perché il Pd dovrebbe concedergli il “diritto di tribuna”, un modo politicamente corretto per descrivere il solito paracadute sicuro, tipo la Boschi candidata a Bolzano nel 2018? Perché? Che rassicurazioni ha avuto mesi fa, quando portava, insieme a Grillo, il M5s tra le braccia di Draghi? Queste sono domande che dovrebbero avanzare i giornalisti". Lo "Ma, salvo rare e preziose eccezioni, oggi i giornalisti a Di Maio non chiedono nulla. Lo trattano come Mazzarino nonostante abbia dilapidato un consenso colossale costruito con il sudore della fronte anche (e soprattutto) di persone che non hanno chiesto mai nulla in cambio. Calenda che fino a poche ore fa fingeva attacchi di orticaria al solo sentir pronunciare il nome di Di Maio sta zitto e buono. Ha ottenuto poltrone su poltrone e gli basta così", scrive ancora.

"La politica - prosegue l'ex deputato M5s - ridotta ad un ufficio di collocamento. Il Di Maio che ricordo io - ai tempi dell'onestà intellettuale o della fraudolenta recitazione - detestava il Pd come null'altro. Oggi, a quanto pare, il suo nome comparirà sotto il simbolo del Pd. Beh, se così fosse vi sarebbe una ragione in più per non votarli e per non avere nulla a che fare con loro".