Draghi si dimette, il Governo cade senza essere stato sfiduciato
Mario Draghi dovrebbe presentare domani, giovedì 21 luglio, le dimissioni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Governo dell'ex numero uno della Bce è caduto perché alcune forze di maggioranza (Lega e M5s), in momenti diversi, hanno scelto di non essere presenti al momento del voto di fiducia
"Draghi si dimette", questa la voce che, nei corridoi del potere Palazzo Madama, aveva cominciato a circolare già intorno alle 18, appena dopo il discorso di replica dello stesso Premier. Una voce - mentre in Senato si discuteva - si è trasformata in realtà. Il Governo italiano targato Mario Draghi cade dunque senza essere stato sfiduciato. Al contrario è caduto perché due forze di maggioranza, in due tempi diversi, hanno deciso non di sfiduciarlo ma di non essere presenti al momento del voto di fiducia. In pratica non hanno voluto prendersi le proprio responsabilità, lavandosene le mani come Ponzio Pilato. Ma questo perché è accaduto? Semplice, Lega e M5S non volevano Draghi, ma volevano provare a far passare il messaggio che "non è stata colpa mia" se il suo Governo è caduto.
Draghi si dimette, il suo Governo cade senza essere sfiduciato
Tra i primi a capire che il Governo targato Mario Draghi stava per cadere, era stato il leader della Lega Matteo Salvini, fuori dall’Aula parla sottovoce con i suoi. "Draghi si va a dimettere", avrebbe sussurrato ai suoi il capo del Carroccio. "Vogliamo un nuovo governo che faccia gli interessi nazionali", aveva detto infatti poco prima il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo. "Un nuovo governo o il voto", la sintesi del pensiero dei verde cravattati, che non hanno voluto votare la risoluzione presentata da Casini, come d'altra parte non hanno fatto nemmeno gli esponenti del Movimento 5 stelle.
"Se è così non ci interessa, dobbiamo rendere conto ai nostri elettori e alla nostra base. Se l’obiettivo è invece salvare il paese, come io credo, vediamo un paio di scenari all’orizzonte. Il primo scenario è che il Movimento cinque stelle non fa più parte della maggioranza di governo", ha continuato Romeo. "Lei ha posto dei problemi sull’energia, possiamo affrontarli con chi dice no alle trivelle e no all’aumento della produzione del gas?".
"Questa è una crisi grottesca e assurda voluta da Giuseppe Conte e dal Movimento 5 Stelle", ha invece detto Matteo Renzi leader di Italia Viva. "Nulla sarà più come prima da domani. E lo dico partendo da sinistra: io non so come qualcuno di voi, amici e compagni del Pd, possa pensare dopo questo disastro di allearsi con il M5s, per me è un mistero della fede e sappiate che comunque noi saremo da un'altra parte", ha continuato. E ancora: "Oggi i moderati di centrodestra segnano la loro scomparsa politica". A quel punto Ignazio La Russa lo ha interrotto gridando in aula: "Stai sereno". E Renzi ha replicato: "Quello sempre Ignazio, ti potrei chiedere i diritti di autore... e comunque che La Russa sia contento è comprensibile, mi domando come possano esserlo quelli che pensavano di essere nel Ppe".
"In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Noi abbiamo messo tutto l’impegno possibile per evitarlo e sostenere il #governoDraghi. Gli italiani dimostreranno nelle #urne di essere più saggi dei loro rappresentanti", ha detto invece il segretario Pd Enrico Letta.