Dl Aiuti, M5s vota la fiducia alla Camera ma si asterrà al Senato. La grande farsa è servita

Sì alla Camera, probabile astensione al Senato. Questo quello che ha deciso il M5s che così non attua nessuno scossone. Nel testo ci sono modifiche al reddito di cittadinanza, niente superbonus e ok al termovalorizzatore a Roma

E così il M5s ha detto sì. Nonostante nell'incontro di ieri mercoledì 6 luglio Conte avesse chiesto espresse modifiche sul dl aiuti, così come la stretta sul reddito di cittadinanza e una norma per "sbloccare" il Superbonus poi non arrivate, il Dl Aiuti passa alla Camera con 419 sì, 49 no e una astensione. Ma probabilmente da parte grillina responso diverso avverrà in Senato, con Conte che ha dichiarato: "Oggi votiamo sì, al Senato vedremo". Il decreto passerà al Senato che dovrà esaminarlo entro il 16 luglio.

M5s, niente scossone: vota sì alla Camera al dl aiuti

La montagna ha partorito un topolino. La convulsa giornata di ieri alla fine non ha portato allo scossone che si vociferava in mattinata. E così il governo resiste, e anzi incassa la fiducia dei grillini sul decreto aiuti. Sono stati 28 i deputati M5S che non hanno espresso il proprio voto (15 ingiustificati e 13 in missione). Nel testo c'è tutto quello che non voleva Conte. Modifiche al reddito di cittadinanza volute dal centrodestra, niente superbonus e ok al termovalorizzatore a Roma.

"Diamo la fiducia oggi a questo governo, ma attendiamo delle risposte", spiega il deputato M5s Luigi Gallo nel corso del suo intervento durante il quale rimarca la linea del M5S. I nodi sono, ormai noti: "La conferma del reddito di cittadinanza senza se e senza ma, il salario minimo, il superbonus e lo stop alla speculazione sul prezzo del gas". Gallo continua: "Noi votiamo la fiducia a questo governo, ma il problema è non fare interventi tampone ma strutturali".

"Perché parlare di un termivalorizzatore a Roma che è pericoloso ed inquinante? Diamo la fiducia oggi ma attendiamo delle risposte". Ma allora per cos'è la fiducia? Ecco la risposta: "È sui 17 miliardi, integrati da circa 9 miliardi, che il decreto stanzia, ma il problema è fare misure strutturali e non solo emergenziali". Il deputato Luca Sut invece, vicepresidente del gruppo a Montecitorio, è intervenuto per chiedere "un segnale chiaro della volontà di risolvere definitivamente le questioni legate al Superbonus".