26 Marzo 2022
Il premier Mario Draghi al termine del Consiglio Ue ha parlato dei temi di più stretta attualità come l'Ucraina e il gas. Dove "la discussione non è semplice su cosa fare dell'aumento del prezzo. Era importante riuscire ad avere un risultato che non fosse divisivo. In un certo senso siamo stati soddisfatti dalla conclusione". La conclusione è che Washington si è impegnata a fornire all'Ue altri 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto quest'anno. "È un grande passo", ha commentato Draghi, aggiungendo che "l'Europa lavorerà per assicurare una domanda stabile di ulteriore Gnl statunitense almeno fino al 2030".
Per Draghi "puntiamo a circa 50 miliardi di metri cubi di gas all'anno". L'accordo tra Stati Uniti ed Unione europea è cruciale per ridurre la dipendenza energetica di quest'ultima dalla Russia, una questione che si è fatta ancora più urgente dopo il conflitto in Ucraina e la decisione di sanzionare Mosca. Per Draghi entro "due settimane" dovrà esserci un "piano rigassificazione". Ammette che "sono stati due giorni molto importanti. Ieri, prima il Consiglio Nato, il G7 e il consiglio europeo", e che "per maggio avremo una proposta della commissione sulla possibilità di spacchettare la formazione del prezzo dell'energia elettrica dal gas" chiarendo che "contiamo di essere in grado di assorbire la nostra quota" di gas che ci viene offerta dagli Usa.
Draghi nonostante ciò non si aspetta una riduzione di gas dalla Russia nonostante il Cremlino abbia fatto sapere di voler essere pagato in rubli. L'Europa non deve dipendere dalla Russia perchè "il gas liquido si può comprare ovunque".
"La questione importante", aggiunge Draghi "è vedere se noi disponiamo dei rigassificatori: noi oggi ne abbiamo in funzione tre, di cui uno molto grande. La disposizione che è stata data l'altro ieri a Cingolani e trasmessa alla Snam è di acquistare altri due rigassificatori, sono navi galleggianti e non sul terreno per i quali ci vorrebbe più tempo". Sul tetto al prezzo del gas i paesi del Nord come la Norvegia che lo forniscono si mostrano restii perché "i profitti del governo della Norvegia sono stati 150 miliardi di dollari in questi ultimi mesi, per un Paese di 5 milioni abitanti: questo dimostra l'entità straordinaria dei profitti e spiega la loro resistenza"
Draghi conferma delle novità anche in merito al conflitto in Ucraina: "Noi stiamo cercando la pace, io la sto cercando, veramente, gli altri leader europei, francesi e tedeschi in particolare, la stanno cercando. Hanno avuto, e avrò anche io, colloqui con Putin. Questa è la prima importante cosa da tenere a mente. Non siamo in guerra perché si segue un destino bellico. Si vuole la pace innanzitutto". Poi un passaggio anche sulla difesa: "Si può coordinare meglio la spesa europea? Sicuramente si. Ma che sia necessaria e urgente una spesa per l'adeguamento tecnologico tutti gli esperti me lo dicono".
Il premier nei giorni scorsi è stato attaccato da più parti per aver aumentato le spese militari in Ucraina. A tal proposito ribatte: "Il 2% è un impegno preso dal governo sedici anni fa e sempre confermato, senza grandi discussioni. Ora è tornato alla ribalta, perché più urgente, è venuta l'esigenza di iniziare a riarmarci. Che significa diverse cose, per l'Italia tutto ciò avviene all'interno della difesa europea, che è fondamentale per l'integrazione politica, perché la garanzia di una difesa europea è la garanzia che non ci faremo più la guerra", conclude Draghi.
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