Mario Draghi entra in politica? Il premier lo esclude: ora che il Colle è sfumato è meglio evitare "l'effetto Monti"
Alla fine ci ha pensato il premier stesso a zittire il leitmotiv "Mario Draghi entra in politica". Una scelta insolita per colui che si era definito il "nonno al servizio delle Istituzioni"
Mario Draghi entra in politica? Dopo i tanti forse dell'ultimo anno questa volta il messaggio è stato chiaro: no. Fallita la scalata al Quirinale, il presidente del Consiglio preferisce dunque riporre le ambizioni in un cassetto e mantenere un basso profilo. Addirittura paventando quella governativa come una temporanea parentesi nella sua vita lavorativa. Un atteggiamento insolito, per uno che fino a poco tempo fa non esitava a definirsi un "nonno al servizio delle Istituzioni" e a cui sembrava non dispiacere l'abito da salvatore della patria che gli era stato cucito addosso. E forse è stata proprio questa divinizzazione ad averlo reso perfetto per il Colle, ma altrettanto inadatto per l'arena della politica, dove una figura ingessata come l'ex capo della Bce si sarebbe mossa con non poca difficoltà. In questo scenario l'effetto Monti sarebbe stato dietro l'angolo.
Mario Draghi entra in politica? la risposta del premier
"Tanti politici mi candidano in tanti posti, mostrando una sollecitudine straordinaria. Vorrei rassicurare che se decidessi di trovare un lavoro dopo questa esperienza, un lavoro lo troverei da solo". Insomma, la politica attiva non sembra essere cosa per Draghi, nonostante in molti continuino a tirarlo disperatamente per la giacchetta. Ma si sa, l'italiano - anche quando si parla di classe dirigente - ha sempre bisogno di cercare un uomo forte da piazzare al potere. Un parafulmine necessario a soddisfare l'insopprimibile istinto nel delegare qualsiasi responsabilità, nonché a mascherare con una patina d'umiltà cristiana (Domine non sum dignus) complicati e mai risolti complessi d'inferiorità.
Ma se il rischio è quello di finire dalle stelle alle stalle allora il nostro Draghi non ci sta. Forse memore di quanto accadde al collega Mario Monti. Da uomo della provvidenza durante il suo governo a dimenticata meteora della politica dal giorno successivo le elezioni del 2013. Il progetto rigorista di Scelta Civica doveva essere la molla che avrebbe cambiato l'Italia e alla fine si sciolse come neve al sole nell'arco di una sola legislatura. La decisione di Draghi in questo caso appare più che comprensibile: o muori da eroe o vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo. E su questo il presidente del Consiglio non sembra avere altro da dire: "Ho già risposto: lo escludo! Chiuso. Vorrei esser chiaro!".