Unione Europea, niente riferimenti al Natale e al genere per creare un ambiente più "inclusivo"

L'Unione Europea pubblica le linee guida di comportamento per Bruxelles e Strasburgo. Evitare riferimenti al Natale e al genere sessuale, fra le altre cose.

Nessun riferimento al Natale, ma neanche al genere sessuale o a qualsivoglia espressione che possa ledere la sensibilità dell'interlocutore: sono le nuove linee guida comportamentali pubblicate dall'Unione Europea. Nel documento "Union of Equality", diffuso dalla Commissione Europea a guida Ursula Von Der Leyen, sono contenute tutta una serie di norme che i parlamentari, i lavoratori, gli studenti e gli stagisti dovrebbero adoperare mentre si trovano nei palazzi di Bruxelles e Strasburgo. Ciò, come suggerisce il nome del documento, per favorire un trattamento egualitario della persona e per evitare dunque discriminazioni.

L'Unione Europea censura la parola Natale?

Si legge che, per esempio, sarebbe bene fare riferimento alle "festività", e non al "Natale". Ecco quindi che un saluto gradito dalla Commissione da rivolgersi in ufficio potrebbe essere "Buone feste" e non il discriminatorio "Buon Natale". Ma oltre alle questioni religiose, particolarmente pressanti in questo periodo dell'anno, la Commissione si sforza di trattare anche quelle di genere. Ecco dunque che in occasioni di discorsi pubblici il più neutro "Cari colleghi" sia da preferire a "Signore e Signori". Ogni panel di discussione dovrà cercare di puntare ad avere un numero eguale di uomini e donne. I transessuali dovranno essere chiamati con il loro pronome di preferenza, e in generale "nomi e pronomi non devono essere legati al genere del soggetto". Infine sarebbe da preferire "la popolazione più adulta" rispetto a un generico "gli anziani", mentre i disabili non "sono disabili", ma "hanno una disabilità".

Le reazioni alle norme di comportamento dell'Unione Europea

"Quando comunichiamo possiamo inconsciamente finire per ricadere nell’uso di forme note di linguaggio che ritraggono chiunque si discosti da uno standard privilegiato come fosse in svantaggio o qualcosa di altro", si legge nel documento. Ecco dunque che sarebbe preferibile, nel momento in cui si fanno esempi retorici di comunicazione, usare nomi che non fanno riferimento a nessuna religione. Quindi niente "Maria e Giovanni", meglio "Marika e Julio". Come inevitabile le polemiche non sono mancate nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione del documento. Helena Dalli, Commissaria Europea all'eguaglianza, dice l'Unione Europea non "vieta o scoraggia l’uso della parola 'Natale'" perché "celebrare il Natale e usare nomi e simboli cristiani sono parte della ricca eredità europea", ma "come Commissione siamo neutrali sulle questioni delle religioni". Forza Italia e alcuni suoi eurodeputati (Antonio Tajani, Isabella Adinolfi, Andrea Caroppo, Salvatore De Meo, Herbert Dorfmann, Fulvio Martusciello, Aldo Patriciello, Luisa Regimenti, Massimiliano Salini e Lucia Vuolo) hanno annunciato un'interrogazione parlamentare. "La Commissione intende modificare queste linee guida nel rispetto delle radici cristiane dell'Unione europea?", si chiedono.