Covid, Fedriga evoca il modello Austria: "Friuli a un passo dalla zona gialla"
Il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha parlato di rischio zona gialla per la sua regione, che in settimana ha visto un aumento dei contagi del 74%
È un grido d'allarme quello lanciato dal presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, che in una sua recente dichiarazione ha paventato il rischio di zona gialla per la sua regione, evocando implicitamente un modello come quello austriaco per contenere l'aumento dei contagi. Nell'ultima settimana infatti i casi di Covid-19 in Friuli-Venezia Giulia hanno avuto un incremento del 74%, al quale va aggiunto un aumento anche dei posti letto occupati negli ospedali: per la precisione dell'11% nei reparti di terapia intensiva e del 13% nei reparti di area medica.
Covid, rischio zona gialla per il Friuli-Venezia Giulia
"Siamo a un passo dalla zona gialla e questo è dato dal numero dei ricoveri anche in area medica, molto vicino al 15% - ha dichiarato Fedriga, da aprile presidente della Conferenza delle Regioni - Il Friuli Venezia Giulia andrà in zona gialla, ma per fortuna questo prevede misure ancora molto contenute. Tuttavia, il passaggio alla zona arancione sarebbe drammatico per l’economia, è una cosa che non possiamo e non dobbiamo permettere".
I timori di Fedriga sono dunque in linea con quelli del governo, che proprio per evitare un ulteriore danno all'economia nazionale in vista del Natale è al lavoro per ridurre la durata del Green pass e dei tamponi antigenici e molecolari. In questo modo infatti, l'esecutivo punta a incentivare la somministrazione del vaccino per coloro che sono ancora dubbiosi, tutto questo mentre dal primo dicembre partirà l'inoculazione delle terze dosi per gli over 40.
Friuli, Fedriga spinge sui vaccini per evitare la zona gialla
Sempre a sostegno di un'ulteriore spinta alla campagna vaccinale, il presidente friulano ha poi aggiunto: "Dunque è chiaro che l’invito che continuo a fare è vaccinarsi, se ancora non lo si è fatto, e a fare la terza dose dopo i sei mesi", specificando inoltre che "chi ha seguito le regole è ben diverso da chi, invece, porta in giro fake news, non vuole partecipare alla campagna vaccinale, racconta fandonie sul vaccino. [...] Ormai i dati scientifici ne dimostrano l’efficacia, in quanto proteggono noi e le strutture ospedaliere che, altrimenti, rischiano di diventare sovraffollate".
Ciò che Fedriga implicitamente sta evocando quindi è un modello di restrizioni simile a quello attualmente vigente in Austria. Oltreconfine infatti le persone che hanno deciso di non vaccinarsi possono uscire di casa soltanto per recarsi al lavoro, per usufruire dei servizi essenziali o per esigenze mediche: "Non possiamo fare pagare il prezzo di eventuali nuove chiusure ai vaccinati, che hanno difeso se stessi e gli altri, partecipando alla campagna vaccinale".
Il lockdown per i non vaccinati è stato deciso dal cancelliere austriaco Schallenberg a seguito del drastico incremento del tasso di incidenza del virus, salito a quasi 850 ogni 100mila persone. Per chi violerà le disposizioni sono previste inoltre multe fino a 1.450 euro, ad eccezione degli studenti.