Migranti in Bielorussia, monito di Mattarella: "Fenomeno lontano da principi Ue"

Il presidente della Repubblica Mattarella ha definito sconcertante la crisi dei migranti che si è recentemente creata al confine tra Polonia e Bielorussia.

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto sulla difficile situazione creatasi tra Polonia e Bielorussia, dove in questi ultimi giorni migliaia di migranti sono stati ammassati al confine tra le due nazioni dalle autorità di Minsk nel tentativo di mettere in difficoltà l'Unione Europea. Il capo dello Stato ha definito "sconcertante" quanto sta avvenendo, evidenziando l'enorme divario tra "i grandi principi proclamati e il non tenere conto della fame e del freddo cui sono esposti esseri umani ai confini dell'Unione".

Migranti in Bielorussia, lo sconcerto di Sergio Mattarella

Intervenendo durante l'inaugurazione dell'Anno accademico dell'Università di Siena, ateneo al quale sono state riconosciute "significative scelte" di inclusione, Mattarella ha spiegato come l'attuale crisi migratoria innescatasi ai confini dell'Unione Europea rappresenti "un fenomeno, che si è visto in diverse parti dell'ambito europeo, di strano disallineamento, di incoerenza, di contraddittorietà tra i principi dell'Unione, le solenni affermazioni di solidarietà nei confronti di afghani che perdono la libertà, e il rifiuto ad accoglierli".

Da qui il rimando alle radici delle istituzioni comunitarie, le quali hanno sempre avuto come priorità proprio l'inclusione reciproca e la valorizzazione delle diversità. Per il presidente infatti, quanto sta accadendo in Bielorussia sarebbe "un singolare atteggiamento, pensando ai propositi dei fondatori dell'Unione europea che indicarono orizzonti vasti e importanti, pur consapevoli delle difficoltà per raggiungerli, e che affrontarono con coraggio e determinazione".

Migliaia di migranti al confine tra Polonia e Bielorussia

La crisi dei migranti nell'est Europa è iniziata quando con l'apertura di un flusso migratorio proveniente dal Medio Oriente da parte del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, che ha consentito - quando non incoraggiato attraverso il rilascio dei visti d'ingresso - l'arrivo di voli aerei carichi di cittadini siriani, iracheni e afghani. I migranti sono stati poi successivamente ammassati lungo il confine con la Polonia, allo scopo di destabilizzare le frontiere dell'Unione Europea.

A causa di ciò, negli ultimi giorni diverse compagnie aeree hanno deciso di sospendere le proprie tratte tra la Bielorussia e i paesi del Medio Oriente. Una decisione giunta dopo le pressioni fatte dalla Commissione Europea, che ha minacciato di restringere l'accesso allo spazio aereo europeo alle compagnie se non avessero preso provvedimenti in tal senso.

Allo stesso tempo il Consiglio Ue ha ampliato le sanzioni nei confronti della Bielorussia, allo scopo esplicito di colpire i fiancheggiatori del governo di Lukashenko. In una nota ufficiale si legge infatti che: "Il regime sanzionatorio è stato modificato con una decisione del Consiglio e un regolamento del Consiglio, che ampliano i criteri di iscrizione su cui basare le designazioni specifiche. L’Ue potrà ora prendere di mira individui ed entità che organizzano o contribuiscono ad attività del regime di Lukashenko che facilitano l’attraversamento illegale delle frontiere esterne dell’Ue".