Ddl Zan, Spirlì: "Spadafora? Ormai di moda andare in tv e dire 'sono omosessuale'"

"Siamo alle solite: sembra quasi che ci sia la necessità di andare a sottolineare fatti privati in sede pubblica", dice l'esponente leghista all'Adnkronos

"Siamo alle solite: sembra quasi che ci sia la necessità di andare a sottolineare fatti privati in sede pubblica, alla gente dei comportamenti intimi di ognuno di noi, non interessa davvero nulla", ha detto il leghista calabrese Nino Spirlì, torna sul coming out dell'ex ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora. "Ma che necessità c'è - si domanda l'ex governatore calabrese, interpellato dall'Adnkronos - di andare in tv, mi pare quasi una moda: 'vado in televisione e dico che sono omosessuale'... E' come se l'etero dovesse dichiararsi a ogni uscita pubblica . Non ha senso, vanno in tv e cercano la qualifica di 'omosessuale'".

"Magari si tratta di gente che come si dice in gergo, si tiene 'velata' fino a 50 anni, poi non ce la fa più e scoppia, lo dico da omosessuale che ha sempre vissuto alla luce del sole", continua il leghista. "Addirittura ci sono casi di persone che aspettano che muoia la mamma per dichiararsi omosessuali", dice ancora.

Ddl Zan, Spirlì: "Stop è vittoria di civiltà"

"Io - aveva detto dopo lo stop al Ddl Zan - utilizzerò queste parole fino all'ultimo dei miei giorni, come il termine 'frocio'. Cosa fanno: mi tagliano la lingua?". "Gli italiani - sorride adesso il leghista - hanno scelto di non tagliare la lingua agli italiani, le parole fanno male come una lama quando sono lame, non in quanto parole". "Io posso continuare a usare termini come 'frocio' e 'ricchione', me lo dice ora pure il Parlamento e il popolo, rappresentato da chi ha votato no a questa legge", diceva ancora.

"Erano loro che volevano creare un ghetto sociale per gli omosessuali un recinto molto più volgare della parola 'ricchione'. Il no al ddl Zan è stato votato anche dal centrosinistra, non è un sordo no del centrodestra, siamo di fronte a una scelta condivisa dal popolo italiano", assicura Spirlì. "Il Parlamento mi dice che le parole non devono far paura".