13 Luglio 2021
La giustizia ha i suoi tempi, talvolta tempi singolari. Solo poche ore fa, Matteo Renzi aveva criticato l'accanimento della giustizia nei confronti dei suoi genitori, soprattutto ai tempi in cui era ancora premier. E ora arriva la notizia che lo stesso Matteo Renzi è indagato con l'accusa di finanziamento illecito insieme a Lucio Presta dalla procura di Roma.
L'indagine riguarda i reati di finanziamento illecito e false fatturazioni in relazione alla vicenda del documentario del leader di Italia Viva su Firenze, 'Firenze secondo me', realizzato dalla società di Presta Arcobaleno Tre. Il documentario è andato in onda su Discovery Channel con bassi risultati di pubblico. I Presta, secondo Repubblica, erano stati pagati circa 20 mila euro, mentre all'ex premier sarebbero andati 454 mila euro.
Secondo quanto riporta Repubblica, a procura di Roma e gli uomini del nucleo di Polizia valutaria della Guardia di finanza ipotizzano che, dietro il cachet per quel documentario, ci sia in realtà altro. L'ipotesi è appunto quella di finanziamento illecito per le attività politiche di Renzi. Accusa tutta da dimostrare, chiaramente. Nei giorni scorsi intanto i finanzieri hanno effettuato una perquisizione a casa dei due Presta, nella società Arcobaleno sequestrando alcuni documenti che potrebbero essere utili alle indagini.
Proprio poche ore prima dell'inattesa notizia, Renzi aveva parlato di giustizia durante la conferenza stampa di presentazione del suo libro "Controcorrente": "I miei genitori fino a 65 anni cittadini irreprensibili, poi io divento presidente del Consiglio e loro diventano Bonnie e Clyde. C'è un magistrato che ha chiesto l'arresto di mio padre, e di mia madre, poi ha indagato mio cognato, poi non potendo indagare mia nonna che ha 101 anni, ha indagato me per più di un reato e ha creato le condizioni del processo".
"Io sorrido ma c'è un punto preoccupante, il processo Open: perché si processa la politica. Non si processa il finanziamento di nascosto ma si pretende che i finanziamenti li decide il giudice penale", dice ancora Renzi, che indirettamente sembra rispondere anche alle nuove accuse sul documentario coi Presta. "Io vengo accusato di aver fondato una corrente e il giudice penale pretende di decidere che io ho formato una corrente e sequestra 30 telefoni di persone. Come si ricorda Ettore Rosato io ho sempre detto che semmai fondo un partito piuttosto che una corrente del Pd. Questo è uno scandalo. Ma io penso che davanti agli scandali troveremo un giudice a Berlino. Indovinate chi ha detto che Open è una Fondazione e non una corrente di partito? Il capo degli avversari al Referendum, Flick".
Il discorso di Renzi resta valido anche per le accuse legate al documentario coi Presta. La partita tra l'ex premier e la magistratura continua.
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