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Di Battista e suo partito: "Non so. Rientrare nel M5s? Sì, ma a una condizione"

"Tornare nel M5S? Al tavolo solo se uscissero dal governo"

25 Maggio 2021

Di Battista e suo partito: "Non so. Rientrare nel M5s? Sì, ma a una condizione "

Fonte: lapresse.it

Alessandro Di Battista pare tentennate, almeno per ora, sulla possibilità di costituire un suo partito. L'idea c'è, ma c'è anche un pensiero rivolto agli ex del Movimento 5 stelle. Una nostalgia, che non se ne va e che forse impedisce a Di Battista di "spiccare definitivamente le ali" e prendere il volo lontano dallo "stormo" e dai bei ricordi di una "relazione" durata molti anni.

Di Battista tentenna sulla possibilità di fondare un suo partito

"Non ci ho ancora pensato", se fondare o meno un partito, fa sapere Di Battista. "A chi mi dice di tornare nel Movimento cinque stelle rispondo che mi sederei al tavolo solo se uscissero dal governo", continua il "Dibba" al 'Corsera'. "Sono uscito dal M5S e non do consigli a nessuno", taglia corto Alessandro Di Battista, su una domanda che riguardava i consigli da dare all'amico Luigi Di Maio. "Pronto a sostenere Virginia Raggi a sindaco di Roma per il bis?", è stata la seconda domanda. "Qualora Virginia me lo chiedesse, io la sosterrei in prima linea", assicura quindi Di Battista al 'Corsera.

Il "disertore" del Movimento 5 stelle Alessandro Di Battista, qualche giorno prima, aveva dichiarato che potrebbe anche "fondare un suo partito". "Quando ho lasciato il Movimento, mi sono arrivate delle proposte sia da destra che da sinistra", ha fatto sapere Di Battista. "Io voglio fare politica seguendo le mie idee. Tra scrivere reportage e fare il ministro, non avrei dubbi. Sceglierei la prima". L'ex pentastellato aveva parlato così a CartaBianca, dove ha aggiunto che il pensiero di fondare un partito "esiste, ma in questo momento non ne ho ragionato in maniera concreta. Non lo escludo, ma neanche lo affermo".

Di Battista: "Non escludo un mio partito ma meglio che scrivo reportage"

"Con Giuseppe Conte - continua Di Battista - ho un buon rapporto, lui è più morbido, io ho posizioni più nette. Gli riconosco grande valore e dignità politica di alcune scelte, come quelle sui ristori, che non vedo nel governo dei migliori. Il mio ritorno nel Movimento? Dipende da quello che vogliono fare. Devono uscire dal governo Draghi, altrimenti la mia strada si allontanerà sempre di più". E ancora: "Quando io mi tagliavo lo stipendio - e ho restituito più di 300.000 euro - venivo considerato un populista, un demagogo. Ora che lo fa Draghi sembra il salvatore della patria, l’uomo rispettoso delle istituzioni".

Quanto all'"emergenza sanitaria non può cancellare la politica. Ma la politica è morta, a parte alcuni ex dei Cinque Stelle, non c’è opposizione in Parlamento. Il Movimento ha commesso un errore politico imperdonabile a sostenere il governo Draghi".

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