22 Maggio 2021
Presidente della Repubblica: Luciano Violante, ex presidente della Commissione antimafia, potrebbe essere il successore di Sergio Mattarella, che ha già fatto capire che si farà da parte una volta terminato il suo mandato. A dirlo differenti fonti, provenienti da più parti politiche, ed ascoltate dal quotidiano online affaritaliani.it.
Classe 1941, nato a Dire Daua in Etiopia, oltre ad essere stato il presidente della Commissione parlamentare antimafia negli anni caldi tra il ’92 ed il ’94, è stato presidente della Camera dei deputati dal 1996 al 2001. Ex giudice istruttore, da sempre legato alla sinistra, ha iniziato la sua esperienza politica nel 1979, quando si iscrisse al Pci, venendo eletto subito come deputato. Nel ’91 seguì Achille Occhetto entrando nel Partito Democratico della Sinistra.
Nelle logiche della scelta del Presidente della Repubblica il suo è un nome più che papabile per una serie di motivi. Il primo è dovuto alla sua area di provenienza: da sempre ad un capo dello Stato proveniente dall’area cattolica si è alternata una personalità proveniente da sinistra. Non è una legge ma una consuetudine alla quale è sempre stata data una notevole importanza. Violante avrebbe di certo i voti sia di Pd che del Movimento 5 Stelle, probabilmente anche quelli di Italia Viva, “Un’ipotesi che non si può certo escludere. Anzi, interessante” dicono dal partito di Renzi.
Non solo, pare che negli ultimi tempi, sia lo stesso Violante a lanciare messaggi distensivi verso il centrodestra. Anche nei confronti di Fratelli d’Italia. Come sulla questione Copasir. "Una legge c’è già e parla chiaro, basterebbe rispettarla" aveva detto sul contenzioso apertosi tra Fdi e Lega, dando sostanzialmente ragione ai primi.
Sulla Giustizia le parole di Violante sembrano fatte apposta per accontentare sia il M5S sia Forza Italia: è uno dei temi più divisivi e deve essere affrontato coinvolgendo tutte le parti. Violante tra le sue parole, lancia un messaggio anche alla Lega. "Alcune riforme sono indispensabili per mandare avanti il Paese. Nessuno nega che questo sia un governo d’emergenza, come dimostra l’anomalia della maggioranza, ma ciò non significa che si debba occupare solo di pandemia".
Gli obiettivi fissati dal Recovery Plan, dalla transizione ambientale a quella digitale fino alla riforma del lavoro, non sono certo confinati alla legislatura in corso, riguarderanno intere generazioni. Gli stessi leghisti, peraltro, stanno studiando le riforme alla Camera e al Senato" aveva detto.
Il suo nome probabilmente piacerebbe di più di quelli di Dario Franceschini, Graziano Del Rio o Marta Cartabia: alcune delle personalità indicate come papabili dalla sinistra per divenire Presidente.
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