14 Maggio 2021
Fonte: lapresse.it
La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni è tornata a parlare dei migranti sbarcati in questi giorni in Italia, in particolare a Lampedusa. L'argomento è tornato in auge dopo che, complice il bel tempo, sono riprese le partente, e di conseguenza gli arrivi di barconi carichi di migranti dalla Libia. Sono più di mille i migranti sbarcati nelle ultime giorni a Lampedusa, primo "scalo" per i profughi che vogliono raggiungere l'Europa. L'hotspot dell'isola è già pieno, e il Premier Mario Draghi ha chiesto alla Ue di avviare un piano di redistribuzione, che però l'Austria ha subito rispedito al mittente.
Giorgia Meloni, dunque, anche rispondendo al parroco dell'Isola, il quale ha fatto sapere che non esiste emergenza e ha fatto appello all'umanità degli italiani, ha dichiarato che "noi riteniamo che l'Europa sia importante soprattutto per impedire le partenze". Questo perché "non è una politica 'umana' quella di far fare i miliardi alla mafia degli scafisti". Essi "sono gli schiavisti del terzo millennio, facendo arrivare in Italia e Europa persone che nella stragrande maggioranza dei casi non scappano dalla guerra" E "magari lasciando morire chi vive in guerra".
"Una politica umana - ha quindi contrattaccato, sempre all'Adnkronos, Giorgia Meloni - è una politica giusta. La proposta di Fratelli d'Italia è quella di una "missione europea per trattare con la Libia, ottenere un blocco navale al largo delle coste della Libia, in accordo con le autorità locali, aprire in Africa gli hot-spot, valutare in Africa, con la comunità internazionale, chi abbia diritto a venire, secondo le norme del diritto internazionale, quindi chi ha status di rifugiato e lasciare che gli altri non partano".
Infine: "La politica che l'Italia sta facendo da anni è una politica assolutamente ingiusta di prevaricazione. Dove vince chi ha i soldi per pagare gli scafisti, e questo non mi sembra umano".
Di tutt'altro avviso anche Don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa, che si sfoga all'Adnkronos asserendo che "non esiste nessuna emergenza migranti" e che il tutto è solo "propaganda". "Si ripete puntuale ogni anno", dice, riferendosi alla situazione legata agli sbarchi, "eppure ancora ci si ritrova impreparati, colti alla sprovvista da qualcosa che non si può chiamare emergenza a meno di non volersi sottrarre alle proprie responsabilità".
"Ho visto uomini e donne molto provati, c'erano anche dei bambini. Tutti nei loro corpi portavano i segni della sofferenza", continua don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa, che lunedì insieme ai volontari della parrocchia San Gelardo, ha portato acqua, succhi di frutta e coperte termiche ai migranti rimasti per ore sul molo Favaloro prima di essere trasferiti nell'hotspot di contrada Imbriacola. La struttura è al collasso dopo la raffica di arrivi che ha portato sulla più grande delle Pelagie oltre 2mila persone.
"Con l'arrivo del bel tempo le partenze aumentano - continua -, è un fenomeno che si ripete puntuale ogni anno, eppure ancora ci si ritrova impreparati, colti alla sprovvista da qualcosa che non si può chiamare emergenza a meno di non volersi sottrarre alle proprie responsabilità".
Intanto, come già accennato, è arrivato dall'Austria il primo no alla proposta dall’Unione Europea di redistribuire tra tutti gli Stati membri i migranti sbarcati a Lampedusa e in Italia. "Un approccio che non porta ad alcuna soluzione, meglio aiutare direttamente i Paesi africani a fermare le migrazioni", ha detto a Bruxelles la ministra dell’interno austriaca Karoline Edstadler. L’invito a unire gli sforzi per assorbire l’ultima ondata di arrivi era arrivata dalla commissaria Ue Ylva Johansson. Vienna ribadisce in questo modo una linea di condotta già tenuta in passato contraria a ogni ricollocazione dei migranti tra gli Stati della Ue.
Nella giornata di oggi, martedì 11 maggio, si è tenuto un vertice tra tutti i ministri degli interni dei 27 paese Ue. Ovviamente si è discusso dell’improvvisa dei nuovi arrivi di migranti in Italia. Complice l'arrivo della bella stagione, infatti, molti barconi stanno arrivando dalla Libia e dalla Tunisia. Come ha riportato il Corriere della Sera, alla commissaria Johansson è partito un invito alla solidarietà tra governi per ricollocare i nuovi arrivati a Lampedusa (dove l’hotspot ha 250 posti ma in queste ore deve ospitare 2.000 persone). La ministra dell'interno italiana Luciana Lamorgese si è unita per chiedere l'aiuto dell'Europa. Nemmeno il tempo di pensarci, e dall’Austria è arrivato il primo rifiuto a un nuovo qualsiasi accordo di redistribuzione.
"Manteniamo una posizione molto chiara - ha detto la ministra Edstadler -. "Una redistribuzione dei migranti arrivati a Lampedusa non è la soluzione. Occorre che la Ue aiuti direttamente i Paesi africani". "Temiamo di dover fronteggiare un gran numero di arrivi dalla rotta balcanica", ha continuato il ministro degli tedesco Horst Seehofer. Non è d'accordo la commissaria Johansson, la quale, pur asserendo che il salvataggio delle vite umane è la prima esigenza, non ritiene al momento possibile una nuova missione navale nel Mediterraneo, preferendo la strada degli accordi con gli Stati dell’altra sponda del mediterraneo.
Intanto, nella giornata di mercoledì 13 maggio, il premier Mario Draghi, a fronte dei nuovi sbarchi, durante il suo primo question time, ha parlato della questione migranti e ha detto: "Stiamo lavorando per una redistribuzione efficace dei migranti. Sull’accordo di Malta è in corso un fattivo dialogo con Francia e Germania per rivitalizzarlo. Il nostro obiettivo è attivare subito un meccanismo temporaneo di emergenza per il ricollocamento".
"A fronte di questa complessa e drammatica realtà politica, sull'immigrazione il governo vuole seguire una politica equilibrata efficace e umana, nessuno sarà lasciato solo in acque territoriali italiane, il rispetto dei diritti umani è una componente fondamentale nella politica migratoria", ha continuato il Premier. "Ora è prioritario il contenimento della pressione migratoria nei mesi estivi con una collaborazione più intensa da Libia e Tunisia nel controllo delle frontiere".
"Il Governo italiano è impegnato: a promuovere le opportune iniziative bilaterali; a condurre un'azione da parte dell'Unione europea affinché le autorità libiche contrastino i traffici di armi e di esseri umani nel rispetto dei diritti umani. Una leva necessaria di governo dei flussi migratori è costituita, inoltre, dall'azione di rimpatrio dei migranti che non hanno titolo a rimanere sul nostro territorio, in mancanza dei presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale" ha concluso Draghi.
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