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Il sacrificio: una formula valida anche in politica, ma a livello centrale nessuno sarebbe sacrificabile

Una frase infelice è costata il posto di Giulio Gallera, assessore al Walfare. A livello centrale, invece, il Capitano tiene ai suoi compagni di squadra: nessuno sarebbe sacrificabile, per quanto non siano spiccate in nessuno qualità di particolare eccellenza.

25 Febbraio 2021

Governo, vertice di maggioranza in corso a Palazzo Chigi

Il sacrificio, anche nella spiritualità cristiana, ha svolto un ruolo determinante, quasi didattico. I teologi distinguono nettamente il suo significato tra l’antico ed il nuovo testamento. In origine, il rituale sacrificale contemplava che la vittima venisse immolata per placare l’ira divina (come nei riti pagani); nel nuovo testamento, invece, il sacrificio assume un’accezione differente e diviene riconciliazione. 

È dunque un elemento della nostra cultura occidentale, che si professa laica, ma nel suo profondo è ancora intrisa (giustamente, per alcuni, meno, per altri) di spiritualità. Se qualcosa non funziona e non si comprende (o non si vuole comprendere) bene da cosa, la soluzione spesso è l’eliminazione (ovviamente non fisica) di chi si ritiene responsabile. Una formula valida anche in politica.

Risulta evidente a molti (per lo più assuefatti) che le misure adottate, sia a livello centrale, che locale, risultino incongrue, ove non si possano definire insufficienti o addirittura beffarde.

La Lombardia, alla quale pare siano state consegnate dosi di vaccino in misura superiore ad altre regioni, trovandosi impreparata, con la campagna vaccinale (almeno nei primi giorni) è stata bersagliata dalle opposizioni (locali) e dai mass media nazionali. Una frase infelice (anche se con tutta probabilità corrispondente al vero) è costata il posto di Giulio Gallera, assessore al Walfare.

Gallera, che pare non indossare i panni della vittima, è stato sacrificato non perché abbia liberato l’ultima goccia, quella che fa traboccare il vaso; l’osservatore distratto assiste, disorientato, alla sua sostituzione con la più blasonata Letizia Moratti ed al semi-rimpasto della Giunta. È verosimile ritenere che il suo “sacrificio” (nell’accezione meno nobile del termine) sottenda una riconciliazione tra le forze di maggioranza lombarde in una visione prospettica più ampia, anche se di difficile interpretazione.

Un avvicendamento che veicola il messaggio di voler cambiare passo, magari (chissà) in prospettiva anche delle imminenti elezioni del Sindaco di Milano, o quale esperimento di coalizione del centro-destra. Difficile dirlo.

A livello centrale, invece, malgrado i segnali siano tutti negativi, la compagine di Governo, per quanto ha più volte ripetuto il suo Presidente, non si prevedono avvicendamenti. Il Capitano tiene ai suoi compagni di squadra: nessuno sarebbe sacrificabile, per quanto non siano spiccate in nessuno qualità di particolare eccellenza.

ItaliaViva, che oscilla tra il 2 ed il 3%, tuttavia, occupa due Ministeri e pungola la maggioranza su più fronti, quotidianamente. Un gioco di scacchi, nel quale almeno un giocatore ha in mente una strategia ben precisa, che è nitida solo dalla sua visuale.

Gli osservatori più esperti faticano a comprendere quale sia anche solo la mossa successiva; quel giocatore, però, è impegnato su più tavoli e non è detto che le mosse dello scacchiere su cui tutti sono concentrati, siano quelle più importanti.

Qualcuno verrà probabilmente sacrificato, per ripristinare un equilibrio divenuto troppo instabile. Il risultato finale, però, senza vittime (perché tali non possono definirsi), né riconciliazione (perché ciascuno otterrà un tornaconto a discapito del concorrente), potrebbe rimanere identico; sicuramente per i cittadini, colti di sorpresa anche a queste intempestive prove.

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