Caso Gregoretti, Salvini: "Adesso credo che Di Maio e Lamorgese ricorderanno"
Il capo del Carroccio ha poi dichiarato che è "assolutamente sereno", per la terza udienza preliminare che si terrà domani, venerdì 19 febbraio, a Catania
"Conto che Di Maio e Lamorgese ricordino quello che è successo, a differenza di qualcun altro", ha detto il leader leghista Matteo Salvini sul caso della nave Gregoretti. Interpellato dall'Adnkronos, il capo del Carroccio ha poi dichiarato che è "assolutamente sereno", per la terza udienza preliminare che si terrà domani, venerdì 19 febbraio, a Catania.
La frecciatina di Salvini
Successivamente il leader della Lega ha rivolto un pensiero al giudice catanese Nunzio Sarpietro, finito al centro delle polemiche per aver violato la zona arancione, pranzando il 28 gennaio scorso in un ristorante a Roma. "Mi spiace per polemiche che lo hanno investito, mi sembra scrupoloso, attento e equilibrato".
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Alle 9.30 di domani Matteo Salvini è atteso nell'aula bunker Bicocca di Catania, per la nuova udienza preliminare - la terza - del Caso Gregoretti. Il capo del Carroccio deve rispondere di sequestro di persona e abuso in atti di ufficio. Al fianco di Salvini l'avvocato Giulia Bongiorno, deputata e legale del leader della Lega. "Conto che Di Maio e Lamorgese ricordino quello che è successo", ha detto Salvini, riferendosi a quello che era successo nelle precedenti udienze, quando i due ministri avevano dato versioni differenti a quelle dell'ex Ministro dell'Interno. Ora però sono tutti e tre al Governo assieme, dunque su questo fronte si attendono sviluppi.
Caso Gregoretti
Sul caso Gregoretti la Procura etnea si era già pronunciata per l’archiviazione. Aveva infatti ritenuto che "l’attesa di 3 giorni per uno sbarco" non possa "considerarsi un’illegittima privazione della libertà" dei migranti a bordo della nave. Inoltre, per gli inquirenti sulla nave vennero "garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità" e "lo sbarco immediato di malati e minorenni".
La pensa diversamente il Tribunale dei ministri. Ritiene che Salvini sia stato responsabile di aver "determinato consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale" dei migranti, "costretti a rimanere in condizioni psicofisiche critiche" a bordo. I tre giudici per i reati ministeriali hanno infine sostenuto come "non vi fossero ragioni tecniche ostative all'autorizzazione allo sbarco". "Le persone soccorse potevano tempestivamente essere sbarcate e avviate all'hot spot di prima accoglienza per l'identificazione, salvo poi essere smistate secondo gli accordi eventualmente raggiunti a livello europeo", hanno concluso.