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Governo, Conte e Italia Viva alla resa dei conti: pronte le tre imboscate di Renzi

Il premier cerca di dare solidità al Governo per non dipendere ancora dai voti di Iv ma con Renzi ormai è scontro aperto

22 Gennaio 2021

Governo, Recovery Plan 'in salvo' ma esecutivo sull'orlo della crisi

Matteo Renzi (fonte foto Lapresse)

E’ durata poco la gioia di Giuseppe Conte, dopo la risicata fiducia ottenuta in Senato e l’illusoria speranza di essersi sbarazzato di Matteo Renzi, spina nel fianco del Governo sin dal suo insediamento. Si illudeva il premier di non dover nuovamente cedere alle sue richieste, alle sue trame da vecchia volpe della politica, ma alla fine con le spalle al muro c’è finito lui.

O meglio: i numeri sono quelli che sono ed i tempi stringono. Conte ha 72 ore per dare solidità al Governo senza dipendere dai voti di Iv, con il cui leader, ormai, è ai ferri corti sia dal punto di vista politico che personale: pegno da pagare un’instabilità che non gli darebbe molto scampo. Il premier pensa ad un gruppo autonomo di 10 senatori che possano garantirgli la certezza di una superiorità numerica anche a Palazzo Madama. Se non dovesse riuscirci la strada maestra sembrerebbe proprio quella delle urne. Renzi attende, gongola e si gode il momento, sa di avere il coltello dalla parte del manico, affila la lama e prepara le imboscate: tre a distanza di poco tempo. Le prime paure di Conte e dei suoi si paleseranno il 27 gennaio quando il ministro della difesa Alfonso Bonafede porterà la sua relazione annuale per l’approvazione in Parlamento. Gli auspici non sono dei più favorevoli, anche perché Renzi lo ha già detto senza mezzi termini: “Voteremo contro la relazione di Bonafede perché la pensiamo in maniera diametralmente opposta”.

A fargli eco Luciano Nobili, parlamentare Iv: “Se hanno intenzione di trovare un accordo serio con noi bene altrimenti il governo ha le ore contate”. A buon intenditore poche parole anche perché con i voti contrari dei renziani si arriverebbe alla parità e, quindi, alla bocciatura del testo. Anche sul decreto ristori la battaglia è aperta: l’idea che si manifesta nei pensieri dell’ex sindaco di Firenze è quella di chiedere, tramite un emendamento, l’aumento delle risorse del decreto ristori di 4,7 miliardi di lire attingendo da quelle previste per il cashback, misura alla quale sia i 5 Stelle che Conte tengono in maniera particolare. L’emendamento dovrebbe essere presentato in commissione bilancio di Palazzo Madama, dove oggi maggioranza ed opposizione hanno i medesimi voti. Se la misura dovesse essere ritoccata sarebbe una sonora sconfitta politica per il premier ed i pentastellati.

La situazione diviene ancora più complicata se si prendono in analisi conferenza dei capigruppo e commissioni. Per quanto concerne la prima, se il centrodestra avesse al suo fianco Iv sarebbe in vantaggio con il rischio che il calendario passi nelle mani delle opposizioni. Peggio ancora la situazione per quello che riguarda le commissioni: il Governo può sentirsi al sicuro per quelle inerenti a Finanze, Agricoltura, Lavoro e Politiche Ue, dove la maggioranza ha i numeri, diversa la situazione per tutte le altre. In quelle più importanti, ossia Affari costituzionali, Esteri, Bilancio e Industria, centrosinistra e centrodestra sono alla pari senza i renziani, mentre su Cultura, Lavori Pubblici, Difesa, Sanità, Ambiente l’opposizione è avanti.  Difficile governare in questa situazione senza dipendere da Matteo Renzi. Chissà se il presidente del consiglio riuscirà ad ingoiare questo amaro boccone.

 

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