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Governo: centrodestra insorge e 'chiama' Colle. FI perde altri due

Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani si sentono al telefono e concordano la linea: chiederanno l'intervento di Sergio Mattarella.

20 Gennaio 2021

Governo: centrodestra insorge e 'chiama' Colle. FI perde altri due

Governo: centrodestra insorge e 'chiama' Colle. FI perde altri due

Ieri sera è passata la fiducia del Senato al governo di Giuseppe Conte, con 156 sì, 140 no e 16 astenuti. Dopo la la proclamazione del risultato il centrodestra è insorto: Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani si sono sentiti al telefono e hanno concordato la linea: chiederanno l'intervento di Sergio Mattarella.

"Ci rivolgeremo sicuramente al Colle", ha annunciato il segretario leghista, "se c'è un governo che non ha la maggioranza e passa il tempo a convincere, non voglio pensare con quali proposte, qualcuno a cambiare casacca, un governo che da oggi, se c'è, è ancora più debole, non credo che il garante della Costituzione potrà osservare questo scempio ancora a lungo".

E' poi il turno della leader di Fratelli d'Italia, forse ancora più dura con la maggioranza. "La sinistra, che si considera al di sopra delle regole, ritiene che il presidente Mattarella, in questo caso, chiuderà un occhio - ha affermato Giorgia Meloni - ma ho troppo rispetto del presidente Mattarella per crederlo, a maggior ragione in un momento come questo".

Forza Italia "chiede un incontro al capo dello Stato per valutare la situazione che si e' venuta a creare", ha poi detto Tajani, dopo essersi sentito con Silvio Berlusconi. "Dobbiamo affrontare la pandemia" sul fronte sanitario ed economico, "preparare il progetto per accedere al Recovery fund. Noi siamo pronti a dare tutto il sostegno per risolvere i problemi degli italiani, ma questo non significa sostegno al governo".

Ed è nuovamente da FI che arrivano i 'dolori' per la coalizione, con gli azzurri che, dopo l'uscita di Renata Polverini ieri alla Camera, perdono altri due pezzi, i senatori Andrea Causin e Maria Rosaria Rossi, i quali votano sì alla fiducia. Se il primo era considerato ampiamente in bilico, in FI è accolta come una "sorpresa totalmente inaspettata" la mossa di Rossi, a lungo fedelissima e assistente del Cavaliere, ex tesoriere di FI, e amica dell'ex compagna di Berlusconi, Francesca Pascale. (AGI)

Tajani ha comunque subito annunciato l'espulsione dal partito sia di Causin che Rossi. Il partito è in subbuglio e, allo stato, non è detto che la breccia apertasi dentro Forza Italia non possa alla fine essere da viatico al riposizionamento di altri senatori, stavolta centristi.

Fiducia governo: senza i 16 astenuti, maggioranza e opposizione alla pari

Per quanto riguarda i numeri, nel centrodestra non si fa che sottolineare che, se i 16 senatori di Italia viva avessero votato 'no', il fronte della maggioranza e quello dell'opposizione sarebbero stati alla pari (156 a 156). In merito ai 140 'no', nella coalizione si sperava in qualcosa in più, ma vi è la rivendicazione di aver 'tenuto': le perdite dei due azzurri verso il fronte del 'sì', sono state compensate dai due 'no' arrivati dal Misto, gli ex M5s Mario Giarrusso e Tiziana Drago, dati in passato più volte in fuga verso la Lega. Nella coalizione si registra comunque soddisfazione, scrive l'Agi, per il fatto che il governo Conte II non abbia ottenuto la maggioranza assoluta come alla Camera, anche se bastava quella relativa (la maggioranza assoluta è necessaria solo per l'approvazione di provvedimenti specifici come, per esempio la richiesta di scostamento di bilancio; ma per quest'ultimo caso non vi sono problemi perché sia Iv che l'opposizione stessa ha garantito il voto favorevole).

Se il centrodestra è unito nell'appello a Mattarella, le divisioni emergono sulle vie da intraprendere. Mentre Salvini rivendica l'incarico alla coalizione o il voto, per Meloni la strada è una sola. "Escludo categoricamente l'ipotesi, come ho sempre detto, di far parte di governi insieme alla sinistra. Governi cosiddetti larghe intese o di unità nazionale secondo me non possono dare all'Italia le risposte di cui l'Italia ha bisogno", premette. "La tesi di governo a guida centrodestra è quella che sostenevo nel 2018. Si vuole arrivare dopo due anni? Va bene, non è il mio piano A", aggiunge poi. "Se domani Mattarella dà l'incarico a Salvini, parliamo, cosa dobbiamo fare? Però io preferisco le elezioni, perché penso che dobbiamo arrivare al governo con alcune cose necessarie per fare bene. Una di quelle è un mandato popolare. Poi credo che servano numeri importanti per fare le cose".

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