cronaca
08 Ottobre 2025
Milano, 8 ott. (Adnkronos) - "Una condizione di para schiavitù". E' in questo modo che il pm di Milano Paolo Storari descrive le condizioni dei lavoratori impiegati negli opifici cinesi, finiti nell'ultima inchiesta sullo sfruttamento dei lavoratori nel mondo del lusso, che producevano a marchio Tod's. Il pubblico ministero nel provvedimento con cui chiede l'amministrazione giudiziaria di Tod's spa (non indagata) parla di "pesante sfruttamento lavorativo ai danni di numerosi lavoratori cinesi che si trovano a lavorare sotto il minimo etico".
I lavoratori (gli opifici lombardi si trovano a Baranzate e Vigevano) vengono pagati 2,75 euro all’ora, il lavoro si svolge prevalentemente di notte, nei giorni festivi (Natale compreso) e spesso macchine da cucire e casa sono nello stesso luogo. Negli opifici "venivano rinvenuti abbigliamento in lavorazione e capi già ultimati, quali giacche e pantaloni oltre a tessuto già modellato in parti da assemblare, a marchio Tod’s" secondo chi indaga.
"Sia le etichette già apposte sui capi di abbigliamento, sia quelle custodite e quindi ancora da apporre, indicavano quale paese di produzione la Romania, con la dicitura made in Romania" si rileva. Da queste dinamiche produttive "a bassissimo costo, la società ha degli indubbi vantaggi economici che si traducono nella messa in commercio di quei prodotti realizzati in regime di sfruttamento" è la tesi della Procura di Milano. Se la tomaia prodotta da mani cinesi, talvolta non in regola in Italia, ha costi compresi tra 8 e 14 euro, quel mocassino finisce sul mercato con un prezzo che sfiora i 700 euro.
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