Martedì, 16 Settembre 2025

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politica

Usa: Gasparri, 'squilibrio evidente nei giudizi, episodi minori enfatizzati altri gravi minimizzati'

16 Settembre 2025

Roma, 16 set.-(Adnkronos) - “Vedo uno squilibrio evidente nei giudizi. Se fossimo stati noi a cacciare una giornalista, di qualsiasi testata, si sarebbe scatenato il finimondo. È normale che a volte ci siano tensioni con i giornalisti, può capitare. Però ‘La Stampa’ è un giornale considerato molto istituzionale, molto terzo. E se anche un giornalista, magari schierato politicamente, si presenta con un intento provocatorio, non succede nulla. Ma se fossimo stati noi a farlo, il clamore sarebbe stato enorme.Lo dico pubblicamente: sono giornalista professionista dal 1985. Per questo ho chiamato un collega dell’ordine dei giornalisti e ho chiesto: Scusate, ma l’avete vista questa cosa? Volevo stimolare una presa di posizione. E mi hanno risposto: Puoi fare un esposto come iscritto. Ma io non li ho chiamati per fare un esposto, mi è sembrata la risposta di un ufficio del catasto". Così il presidente dei senatori di Fi, Maurizio Gasparri, a L’Aria che Tira su La7.

"Li ho chiamati per una presa di posizione. Quindi vedo una scarsità di reazioni in certi casi. Credo che spesso episodi minori vengano enfatizzati, mentre altri più gravi vengano minimizzati. Berlusconi è stato colpito in faccia con una statuetta, il ministro degli Esteri Tajani è stato insultato pubblicamente. E perché? Perché c’è stata una 'escalation'? Tajani è stato definito un 'influencer prezzolato', e parliamo di una figura istituzionale, moderata, con una lunga esperienza, già presidente del Parlamento europeo. Il punto è che vedo un riflesso condizionato: se l’insultato o il contestato è di sinistra, allora scatta subito lo sciopero generale. Se invece è di centrodestra, allora sembra quasi che se la sia cercata. È una dinamica che vale anche su scala mondiale. Prendiamo il caso di Kirk. Lo ammetto: non lo conoscevo bene. Ma in questi giorni sto guardando i suoi interventi in tv. Era uno che si confrontava, con il microfono in mano, anche in mezzo agli insulti, alle contrapposizioni. Aveva un metodo, non era un pazzo. E anche lui è stato ucciso. Ma non si può sparare a qualcuno per quello che dice. E invece, anche di fronte alla morte, alcune frasi, da parte di alcuni, come anche Scanzi o Saviano, sono semplicemente inaccettabili”, conclude.

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