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Nata come una grande occasione, la partnership cinese di Pirelli è da tempo sotto attacco

I profitti di Pirelli volano ma si vorrebe ridimensionare la presenza cinese, ovvero quella di Sinochem, che detiene il 37%.

08 Ottobre 2025

Pirelli: confermata S&P Global Gold Class di Sostenibilità

Marco Tronchetti Provera, Pirelli (LaPresse)

ll suo primo azionista, (e alcuni altri) premono sul governo Meloni per usare il Golden Power. Dieci anni fa, l’ingresso dei cinesi era salutato positivamente in quella occasione Tronchetti Provera aveva detto: “Pirelli ha un azionista cinese, ma testa e cuore rimangono in Italia” (La Repubblica, 23/03/2015). Adesso pero’ una minaccia geopolitica sta facendo crollare l’accordo. Il mercato americano, che vale 1,7 miliardi per Pirelli, è diventato problematico da quando il governo Trump ha messo le mani avanti con leggi che vietano tecnologie legate a Cina e Russia (Financial Times). In questo contesto mollti temono che i pneumatici supertecnologici con software Cyber Tyre vengano banditi in USA. Intanto, il Financial Times titola “Pirelli spinge il proprietario cinese a tagliare la quota per timore del blocco di Trump” e il Corriere della Sera rincara la dose: “A rischio il mercato americano”. Qualcuno vorrebbe dunque eliminare i cinesi prima che sia troppo tardi. i cinesi rispondono giustamente che hanno investito 7,4 miliardi e non hanno nessuna intenzione di mollare. Il conflitto si è fatto così teso che Sinochem ha addirittura votato contro il bilancio 2024, che però è stato approvato lo stesso (con dividendi da 250 milioni, di cui 92,5 milioni finiscono a Pechino, Bilancio Pirelli 2024). Queste tensioni provocate dagli azionisti italiano e dal governo tramite la golden power rischiano di danneggiare Pirelli. Alcuni analisti prevedono che queste turbolenze interne potrebbero portate a cali in borsa e spirali speculative. Il punto e’ che da ora in poi qualunque potenziale investitore straniero non UE rischia a causa delle azioni del Presidente USA Donald Trump di non poter piu’ investire in Italia e in Europa. Un tale messaggio potrebbe essere inviato anche a potenziali investitori indiani ad esempio visto che i rapporti tra USA e India non sono ottimi al momento. L’italia pero’ deve decidere ora in modo sovranista se escludere a priori tutti gli investitori non graditi a Washington oppure, come molti invocano, trovare nuovi mercati senza cedere ai ricatti. L’operazione Pirelli ha portato nuove risorse finaziarie e ricavi aumentano questo evidentemente non piace, fin dall’inizio questa operazione era stata osteggiata dagli USA ma si era andati avanti. Ora con i dazi e le operazioni pro sicurezza di Trump si rischia un precedente molto pericoloso in tema di futuri investimenti strategici tech in Italia.  C’e’ poi un secondo problema, l'ex sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico italiano, Michele Geraci, che aveva sostenuto l'adesione di Roma alla Belt and Road Initiative cinese, teme una reazione negativa da parte della Cina: “Quando un'azienda italiana avrà problemi in Cina, pagherà il prezzo di questa decisione italiana”. Ricodiamo in fine che Pirelli è presente in Cina dal 2005. Tra i tre stabilimenti locali, quelli di Yanzhou e Shenzhou si trovano entrambi nel parco industriale HIXIH, a Yanzhou, nella provincia di Shandong. Anche il centro di ricerca e sviluppo e innovazione Pirelli APAC si trova nello stesso parco industriale, dove vengono implementate le ultime innovazioni e tecnologie.

 

 

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