11 Marzo 2024
Luca de Meo, ad di Renault; Fonte: Renault Group
Tutto è cominciato il 2 luglio 2020 quando Luca de Meo, amministratore delegato del gruppo Renault, ebbe l'intuizione di riscrivere la storia del marchio attraverso una vettura simbolo: la R5. Era un momento di inattività per tutto il mondo a causa del Covid e il manager era fermo perché, dopo l'uscita dal gruppo Volkswagen dove era a capo della marca Seat, prima di passare alla direzione del costruttore francese doveva obbligatoriamente fare una pausa. Il suo ritorno nella sede di Billancourt, dove nel 1992 aveva iniziato la carriera dopo gli studi all'Università Bocconi di Milano, fu il vero debutto sulla scena internazionale.
Renault stava per uscire da un lungo periodo di crisi e il manager italiano passò del tempo a conoscere la società, visitando le sezioni distaccate. Tra i vari concept, all'interno del Techno-centre di Guyancourt, quel 2 luglio del 2020 vide un mock up, un modello sperimentale, dipinto in un arancio fluo, che assomigliava in modo incredibile alla R5, il modello faro degli anni '70-80. La decisione fu immediata.
"È esattamente ciò che dobbiamo fare — ha raccontato, per iscritto, lui stesso -: cercare di mettere questo design su una piattaforma con quattro ruote. Dev'essere un'auto 100% elettrica. Faremo la Renault 5!". E ancora: "Nella sua prima vita la Renault 5 ha segnato la storia della marca. Scommetto che ha tutte le carte in regola per farlo una seconda volta. Deve diventare il simbolo di un'altra ripresa, quella che proietterà Renault nel club dei campioni dei veicoli elettrici".
Dopo la presentazione all'ultimo Salone di Ginevra ben coperta dalla stampa, dal 26 al 3 marzo scorso, "la stella polare", come la chiama de Meo, è andata in orbita. Ora Renault deve introdurre il prodotto presso il grande pubblico. La vettura verrà esposta al Centre Pompidou di Parigi, poi scenderà sulla terra battuta, tra i campioni di tennis del Roland Garros, per apparire infine nelle esposizioni dei concessionari europei dal prossimo autunno.
Lo scenario globale del settore è caratterizzato da una forte volatilità. Le case automobilistiche devono affrontare il cambiamento tecnologico, in contrasto con il periodo precedente dove protagonista era il motore termico. Ora la sensazione degli addetti ai lavori è di essere su un ring, dove de Meo deve combattere usando l'innovazione e l'agilità strategica.
L'alimentazione a batteria implica investimenti miliardari per costruire le gigafactory, rimesse in discussione anche a causa dei prezzi delle materie prime che fluttuano da un giorno all'altro, compreso il litio. Sfide mondiali che interessano più settori e pesano su tutta la catena del valore ma non minano le certezze del ceo, pur considerando che il motore a combustione - di cui gli europei sono stati i migliori realizzatori —, che ha resistito oltre un secolo, ora porta l'Europa in una posizione più fragile.
I cinesi controllano il 75% della produzione mondiale di batterie, quota che arriva al 90% se si parla di raffinazione del litio. Purtroppo è il Vecchio Continente a dover fronteggiare gravi squilibri — sia rispetto agli Stati Uniti che incentivano massicciamente la propria industria sia rispetto ai cinesi che la organizzano con piani dettagliati approvando regolamenti con poca coerenza.
È sempre de Meo come capo dell'Acea, l'associazione dei costruttori d'auto europei, a dire che "l'industria europea potrà esprimere il proprio potenziale soltanto con una reazione collettiva, quasi da metterci in assetto di battaglia".
Perciò si ritiene necessario costruire un ecosistema, per esempio per la produzione e la distribuzione dell'idrogeno e del software. Alle autorità pubbliche il compito di individuare le azioni strategiche e prioritarie, condizione necessaria per far ripartire l'Europa.
Una prima reazione è suscitata dall'immagine della R5. L'auto conquista con le sue tonalità - giallo, verde e un blu luccicante - e dettagli retrò-futuri-stici che promettono agilità e piacere di guida. L'apertura degli ordini consentirà a de Meo di affinare il suo gioiello che, in pochi giorni, ha già ricevuto più di 80 mila prenotazioni.
La R5 sarà completamente francese: verrà costruita nel polo industriale di ElectrCity di Douai, sulla piattaforma
AmpR Small che servirà anche alle altre future elettriche del segmento B del marchio, iniziando dalla R4 (altra icona) e dall'Alpine. La produzione prevista per quest'anno è di 25 mila unità per passare alle circa 100 mila del 2025. Ipotesi che lo stesso de Meo considera timide, visto l'entusiasmo suscitato dall'auto. Gli analisti hanno considerato che, con un buon posizionamento di prezzo, la R5 sarà un modello di successo e si distinguerà. La sfida per il costruttore sarà la capacità di prolungare questo momento magico.
Renault ha necessità di concretizzare grandi volumi proprio per stabilizzare la redditività della sua fabbrica elettri-ca, in modo che le economie di scala possano essere distribuite sul resto della gamma a zero emissioni. La piccola cittadina avrà versioni di alta gamma che, ogni anno, conosceranno un'evoluzione, come accade nella moda. È previsto che la famiglia si ingrandisca a ritmo sostenuto negli anni avvenire ma, dice un commosso de Meo, "conserverò per sempre un sguardo particolare, colmo di emozione, per la Renault 5, il mio primo figlio di questo brand".
La casa dovrà fare i conti con la concorrenza che si intensifica, tutte le case dovranno vendere più auto elettriche nel 2025 per rispettare gli obiettivi delle riduzioni di Co2. Renault è sul ring.
Fonte: Il Corriere della Sera
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