01 Ottobre 2022
Audi sta mettendo a punto un rivoluzionario metodo per il riciclo fisico delle materie plastiche. Un sistema che andrà ad aggiungersi ai processi di riciclo meccanico e chimico. Il progetto viene portato avanti in collaborazione con l’Istituto Fraunhofer per l’Ingegneria Industriale e l’Imballaggio. L’obiettivo della Casa è integrare i cicli chiusi dei materiali all’interno della filiera produttiva.
Questo ultimo metodo va a sommarsi ai molteplici progetti pilota di riciclo e riutilizzo delle materie prime e dei componenti. Un tema importante per il futuro, tant’è che il Brand punta a sostituire progressivamente i materiali primari rinnovabili e non rinnovabili. I componenti provenienti dal riciclo e dal riutilizzo vengono valutati sotto il profilo dell’investimento di risorse necessario per garantire loro una “seconda vita”: ciò che non risulta sostenibile viene accantonato sin dalla fase sperimentale.
Dato che non tutti i tipi di plastica possono essere differenziati e riciclati allo stesso modo, Audi sviluppa diverse strategie d’azione: meccanica, chimica e, in fase sperimentale, fisica. Attualmente, per la produzione di una vettura viene fatto ricorso in media a oltre 200 kg di materie plastiche e compositi: ad esempio paraurti, calandre e molteplici parti dell’abitacolo e del sistema di climatizzazione. Quando le auto giungono a fine vita, questi scarti, a volte misti, vengono in massima parte frantumati meccanicamente e separati dagli altri materiali per poi essere trasformati in granuli riutilizzabili.
Gli standard qualitativi che i componenti plastici Audi devono rispettare sono particolarmente elevati. Standard che vengono estesi anche ai prodotti provenienti dal riciclo. Tra questi spiccano la sicurezza in caso d’impatto e la resistenza al calore, agli agenti atmosferici e a elementi esogeni quali solventi, lubrificanti e fluidi idraulici. Sono altresì fondamentali la stabilità dimensionale, la durata nel tempo e la conservazione del feeling tattile e del layout estetico originali per l’intero ciclo di vita del veicolo. Non meno rilevanti i requisiti di sostenibilità ambientale.
Il riciclo meccanico è soggetto a dei limiti qualora le plastiche si presentino sotto forma di compositi, ovvero con l’aggiunta di adesivi, rivestimenti e riempitivi quali la fibra di vetro. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dal progressivo decadimento delle qualità strutturali, proporzionale ai cicli di lavorazione meccanica. Di norma, le plastiche riciclate meccanicamente non sono più adatte all’ambito automotive, specie per quanto concerne i componenti che incidono sulla sicurezza.
Per ovviare alle problematiche del riciclo meccanico, in partnership con gli scienziati del Karlsruhe Institute of Technology (KIT), Audi ha sviluppato il riciclo chimico della plastica. Il progetto ha sancito come sia tecnicamente possibile smaltire i rifiuti plastici misti ottenendo un sottoprodotto da destinare al riutilizzo, con vantaggi tanto ambientali quanto economici.
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