Banco BPM, rinviate decisioni su adeguamento dello statuto alla Legge Capitali in vista del rinnovo delle cariche sociali
Le nuove regole prevedono soglie al 20% e al 3% per l’assegnazione dei seggi, mentre Crédit Agricole detiene il 19% del capitale e valuta una salita fino al 29,9%
Il Consiglio di amministrazione di Banco BPM ha rinviato le decisioni relative all’adeguamento dello statuto alla nuova Legge Capitali, optando per un approfondimento ulteriore delle implicazioni normative e operative. La riunione, svoltasi in un contesto interlocutorio, si inserisce nel percorso che porterà al rinnovo delle cariche sociali previsto per la prossima primavera. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha deciso di posticipare le valutazioni definitive a una nuova seduta del cda, programmata per l’inizio del 2026, al fine di completare le analisi tecniche necessarie.
L’adeguamento alla nuova Legge Capitali
Al centro del confronto vi è l’allineamento delle regole statutarie alle disposizioni introdotte dalla Legge Capitali, entrata in vigore nel febbraio dello scorso anno. Secondo quanto emerso, il consiglio ha esaminato diversi pareri tecnici predisposti dai consulenti legali, relativi alle modifiche richieste per il sistema di elezione del consiglio di amministrazione. La normativa ha infatti riformato l’istituto della lista del cda uscente, introducendo nuovi criteri e requisiti che incidono direttamente sulla governance delle società quotate.
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Le nuove regole sulla composizione delle liste
Le disposizioni prevedono che le liste presentate debbano includere un numero di candidati superiore di un terzo rispetto ai consiglieri da eleggere. Viene inoltre ridefinito il meccanismo di assegnazione dei seggi tra la lista del consiglio uscente e le liste di minoranza, con soglie fissate al 20% dei voti complessivi e al 3% per l’accesso alla ripartizione dei seggi. Un’ulteriore novità riguarda l’introduzione della doppia votazione dei soci anche sui singoli consiglieri inclusi nella lista del board, elemento che richiede un’attenta valutazione in fase di recepimento statutario.
I passaggi assembleari ancora da definire
Non è stato ancora chiarito se l’adeguamento alle nuove regole richiederà la convocazione di un’assemblea straordinaria prima del rinnovo delle cariche oppure se sarà sufficiente una delibera del Consiglio di amministrazione. Proprio questa incertezza procedurale ha spinto il board a rinviare le decisioni, mantenendo aperto il confronto in vista della prossima riunione.
Il ruolo di Crédit Agricole negli scenari di governance
Il dibattito sulla governance si intreccia con le valutazioni strategiche di Crédit Agricole, che detiene circa il 19% del capitale di Banco BPM e potrebbe superare la soglia del 20% tramite strumenti derivati. Il gruppo francese è in attesa dell’autorizzazione della Banca Centrale Europea per un eventuale aumento della partecipazione fino al 29,9%. In questo contesto, Crédit Agricole sta considerando diverse opzioni, tra cui la presentazione di una lista autonoma con un numero limitato di candidati.
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Possibili sviluppi futuri
Qualora una lista del gruppo francese dovesse risultare seconda, potrebbe ottenere fino a tre seggi in Consiglio e assumere un ruolo rilevante anche nel collegio sindacale, inclusa la presidenza, come previsto dal Tuf. In uno scenario di competizione a due liste, non è escluso che quella di Crédit Agricole possa risultare la più votata, pur senza determinare un cambio alla guida dell’istituto. Attualmente, il gruppo francese esprime già due consiglieri, Chiara Mio e Paolo Bordogna, entrati nel Cda nel 2023.