Giorgio Armani verso l'acquisto de La Capannina a Forte dei Marmi per €12mln, nel locale incontrò il suo grande amore, Sergio Galeotti

La Capannina è stata guidata negli ultimi 50 anni da Gherardo Guidi, scomparso lo scorso ottobre. Nel 1966 è stato la cornice di un incontro decisivo per Armani che, proprio qui, conobbe l’architetto toscano Sergio Galeotti, architetto e grande appassionato di moda, che divenne suo compagno e co-fondatore, nel 1975, della Giorgio Armani corporation

Giorgio Armani verso l'acquisto de La Capannina a Forte dei Marmi. Secondo alcune indiscrezioni il passaggio di proprietà sarebbe imminente e l'offerta sul piatto della famiglia Guidi sarebbe vicina ai 12 milioni di euro. Per il re dell'alta moda non si tratterebbe solo di business. Proprio in questo storico locale, simbolo della Dolce vita della Versilia, Armani ha incontrato il suo grande amore, Sergio Galeotti.

Giorgio Armani verso l'acquisto de La Capannina a Forte dei Marmi

I rumor si rincorrevano ormai da settimane e ora sull’accordo di acquisizione sarebbe già stata messa una prima firma. A guidare La Capannina negli ultimi 50 anni è stato Gherardo Guidi, scomparso lo scorso ottobre. Il locale era nato nel 1929 e nel 1966 è stato la cornice di un incontro decisivo per lo stilista italiano, che proprio qui conobbe l’architetto toscano Sergio Galeotti, giovane architetto nato a Pietrasanta e grande appassionato di moda, che divenne suo compagno e co-fondatore, nel 1975, della Giorgio Armani corporation.

La loro unione professionale e affettiva era stata troncata bruscamente nel 1985 a causa della la morte di Galeotti.

L'acquisto da parte del Gruppo Armani, porterebbe al rilancio del noto locale La Capannina senza stravolgere la sua ormai quasi centenaria storia.

"Ci siamo conosciuti vicino alla Capannina, in Versilia, dov’ero in vacanza per due giorni. Incrociai Sergio in macchina, mi piacque subito il suo sorriso toscano, e diventammo subito amici - ha raccontato qualche mese fa Armani al Corriere della Sera -. Lui mi diede coraggio, fiducia. Mi disse: tu hai un potenziale importante. Sergio aveva visto i miei vestiti, si era reso conto che potevo arrivare più lontano. Allora il mondo della moda a Milano era gestito da persone un po’ adulte. Io ero giovane, avevo stimoli diversi.

Quando morì Sergio, morì una parte di me. Devo dire che mi complimento un po’ con me stesso, perché ho retto a un dolore fortissimo. Un anno tra un ospedale e l’altro, io per non ferirlo ho continuato a lavorare, gli portavo le foto delle sfilate, negli ultimi tempi vedevo le lacrime ai suoi occhi".