Urbani Grecchi (Analista Geopolitico): "Con l'alta volatilità in Borsa l'obbligazionario è il più sicuro; Trump usa i dazi come arma negoziale"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Simone Urbani Grecchi, Analista Geopolitico: "In un contesto di Borsa come questo, l'investitore non deve reagire vendendo impulsivamente ma deve cercare di traguardare il lungo periodo"

Simone Urbani Grecchi, Analista Geopolitico, in occasione dell'attuale situazione in Borsa è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

Questa situazione di incertezza in borsa quanto potrebbe durare?

"Assolutamente imprevedibile anche (se non soprattutto) per la situazione politica americana, dove il Congresso e non pochi rappresentanti repubblicani stanno valutando di limitare le deleghe sulle politiche commerciali di cui gode il presidente statunitense da circa cento anni. E’ ormai chiaro che il presidente Trump stia usando i dazi come arma negoziale. Con la massima flessibilità, quindi, anche in funzione della risposta della controparte."

I cali sono strutturali dopo 15 anni di crescita o lo storno è strutturale e preludio di una possibile recessione?

"Anche qui difficile fare previsioni. L’andamento dei mercati è storicamente abbastanza sganciato dalle tensioni geopolitiche, basti vedere l’indice di volatilità del S&P 500 in corrispondenza di alcuni eventi che hanno segnato la storia degli ultimi decenni, ad es la caduta del muro di Berlino (1989), la guerra in Jugoslavia (1992), l’intervento NATO in Serbia (1999), Brexit (2016), la guerra in Ucraina (2022-)."

Come dovrebbe reagire chi ha già investito?

"Uno degli approcci tradizionalmente più sicuri è di non reagire vendendo impulsivamente ma di cercare di traguardare il lungo periodo (i.e., 5-7 anni)."

Quali allocazioni sarebbe bene prediligere tra azionario, obbligazionario e titoli del tesoro? Su quali geografie e con quali valute?

"In periodi di alta volatilità il settore obbligazionario può essere un porto sicuro. Chi vuole osare di più può comprare sull'azionario ora scommettendo sul rialzo a breve di certi titoli. Ma se prendiamo ad es il Dow Jones o il FSTE 100 praticamente hanno già riassorbito larga parte delle perdite post 2 aprile, per cui di upside forse ce n’è poco già adesso."

Quali settori e quali titoli potrebbero essere favoriti da questa situazione?

"Difficile dirlo. I dazi americani sono abbastanza indiscriminati e cercano di colpire i paesi più che i singoli prodotti. Dal punto di vista geopolitico rimane da capire se i partner commerciali americani (ad es., UE e Cina) rimarranno spiazzati dai dazi o se invece -come sembra del tutto plausibile- saranno in grado di trovare mercati alternativi alle loro esportazioni. Nel secondo caso, i dazi annunciati da Trump rischiano di essere un fiasco sia dal punto di vista delle attese entrate fiscali sia in termini di ribilanciamento del deficit commerciale americano."

Trump e le tariffe: nessuna sorpresa, era tutto scritto nel 1987

Per chi si dice sorpreso dalla politica tariffaria di Donald Trump, la risposta è una sola: non stavate prestando attenzione. L’impostazione protezionistica del tycoon non è né improvvisa né inaspettata. Trump ne parla da oltre trent’anni e l’ha messa nero su bianco già nel 1987 nel suo libro “Trump: l’arte di negoziare”, dove illustra una visione chiara e aggressiva della trattativa commerciale. Durante la campagna elettorale, le tariffe sono state un pilastro della sua proposta economica. Nonostante ciò, molti sembrano cadere dalle nuvole. A conferma della coerenza del personaggio, un riassunto in dieci punti del suo libro mette in luce la sua filosofia: pensare in grande, conoscere il mercato, mantenere più opzioni aperte, sfruttare il leverage, proteggersi dai rischi, non mostrarsi mai disperati, spingere oltre le aspettative, promuovere se stessi, agire d’istinto e – non ultimo – divertirsi. Una strategia che, piaccia o meno, Trump ha applicato con costanza.

La California contro Trump: dazi illegali e danni economici al centro della contesa

La California ha intentato causa contro l’amministrazione Trump per l’imposizione unilaterale dei dazi, accusandola di aver abusato dei poteri d’emergenza e provocato gravi danni economici. Il governatore Gavin Newsom denuncia l’impatto su prezzi, lavoro e catene di approvvigionamento, soprattutto in uno stato che rappresenta il 14% del Pil USA. Intanto, aziende come Honda reagiscono spostando parte della produzione negli Stati Uniti per aggirare le tariffe. La causa sarà presentata oggi presso la Corte Distrettuale.

Chi è Simone Urbani Grecchi

Laureato all’Università di Milano in Scienze Politiche, ha conseguito un Master in Environmental Management presso il Joint Research Centre della Commissione Europea. Dirigente d’azienda dall’età di 34 anni, prima del settore dei servizi finanziari ha lavorato in consulenza strategica (Accenture) e nel settore dell'energia (Saipem). Studi e incarichi professionali gli hanno permesso di maturare una lunga esperienza estera in Belgio, Regno Unito, Stati Uniti e Australia. Esperto di public speaking, è autore di diverse pubblicazioni, fra cui il volume "Geopolitics and Us". Inoltre è responsabile delle analisi geopolitiche per Intesa Sanpaolo.