Tim, Vivendi torna all'attacco. De Puyfontaine: "Serve un nuovo capitolo, stiamo dialogando con istituzioni e stakeholder"

Il Ceo Vivendi: "A gennaio abbiamo lasciato il cda di Tim per dedicarci al nostro ruolo di azionisti e di agire nel lungo termine. E’ quello che stiamo facendo con le istituzioni in Italia e con i vari stakeholder per far sì che venga riconosciuto il reale valore dell’azienda e della sua rete"

"Saremo player attivi nel prossimo capitolo che sta per essere scritto” in Tim. Sono le parole di Arnaud de Puyfontaine, Ceo di Vivendi, durante l’assemblea annuale degli azionisti, spiegando che in Tim sono "soci attivi", sottolineando l'importanza strategica dell'Italia per il successo delle attività del gruppo.  

Dall’ingresso francese in Italia, oltre ai problemi risolti con Mediaset “ci sono stati problemi con il principale concorrente Open Fiber che non ha reso le cose facili. Quest’anno abbiamo deciso di deconsolidare Tim e di assumerne l’impatto economico”, ha spiegato il ceo di Vivendi, convinto che “la valutazione della quota in Tim avrà un valore maggiore rispetto ad oggi”.

"Come sapete, a gennaio abbiamo deciso di lasciare il cda di Tim, per poterci dedicare liberamente e autonomamente al nostro ruolo di azionisti e di agire nel lungo termine. E’ quello che stiamo facendo con le istituzioni in Italia e con i vari stakeholder per far sì che venga riconosciuto il reale valore dell’azienda e della sua rete. Questo dialogo in corso ci lascia la possibilità concreta che questo sia un nuovo capitolo“, ha proseguito de Puyfontaine.

“L’Italia fa parte della nostra strada, siamo qui ma c’è una situazione inusuale che vogliamo risolvere e stiamo lavorando molto per raggiungere questo obiettivo, con grande convinzione“. 

La volontà, ha aggiunto, citato da Ansa, è che il gruppo abbia “il suo vero valore”. Per raggiungere gli obiettivi di Tim, tra i quali non è stata citata direttamente la vendita della rete, serve “un nuovo capitolo”, ha chiosato De Puyfontaine.

I conti di Vivendi


Sul fronte dei conti, Vivendi ha chiuso il primo trimestre del 2023 con ricavi per 2,29 miliardi di euro, in crescita del 3,3% sullo stesso periodo del 2022 (+2% a perimetro e cambi costanti).
All’aumento dei ricavi da 2.217 a 2.290 milioni hanno contribuito per 32 milioni Canal+, per 20 milioni Havas e per 10 milioni Gameloft.

“Tutti i nostri business hanno fatto progressi nel corso del primo trimestre del 2023”, hanno sottolineato i vertici della holding della famiglia Bollorè.
“La buona partenza dell’anno che abbiamo appena registrato ci consente di guardare al 2023 con fiducia, mentre restiamo vigili sul contesto macro-economico e geopolitico”.

La cessione di Editis

Da rilevare anche la decisione di Vivendi di concedere a Imi – International Media Invest, controllata dalla holding Czech Media Invest del miliardario ceco Daniel Kretinsky, un’opzione put per la vendita del 100% della società editoriale Editis. Nel mese di marzo la media company aveva già annunciato di essere in trattative con Imi.

La cessone dell’editrice, acquisita nel 2019, è uno dei passaggi chiave per vincere le resistenze dell’Antitrust europea e poter concludere il progetto di fusione con Lagardere. Tra le opzioni avanzate per concludere l’operazione anche quella di cedere il settimanale ‘Gala’.

Attivo nell’editoria francese, Kretinsky è azionista di Le Monde, di TF1 e, con l’editrice CMI pubblica periodici come Elle e Marianne.