Danilo Iervolino vicino all’acquisto di La Repubblica: con Elkann si tratta sul prezzo. ESCLUSIVA
Il Gruppo Gedi presieduto da John Elkann, dopo L’Espresso starebbe trattando con Danilo Iervolino per la vendita di La Repubblica. L’ad di Exor avrebbe già sul tavolo un’opzione put di vendita, ma rimane il nodo del prezzo
Si respira aria di fermento nell’editoria italiana: come anticipato da Il Giornale d’Italia, la trattativa per l’acquisto di La Repubblica tra John Elkann e Danilo Iervolino, lungi dall’essere un rumor di corridoio, sarebbe anzi vicina ai titoli di coda.
Danilo Iervolino, chi è l'editore de L’Espresso
L’imprenditore di Palma Campania, fondatore dell’Università Telematica Pegaso (venduta al fondo americano Cvc per l’altisonante cifra di 1 miliardo di euro) e patron della Salernitana, entra a gamba tesa nell’editoria italiana quando il 1 luglio diventa ufficialmente il nuovo editore de L’Espresso.
Il Gruppo Gedi vende infatti per 4,5 milioni di euro il settimanale fondato da Arrigo Benedetti ed Eugenio Scalfari 67 anni fa. L’operazione è avvenuta attraverso la newco L’Espresso Media Srl, controllata al 51% da BFC Media (di cui il manager napoletano detiene la quota di controllo) e al 49% da IDI dello stesso Iervolino.
Anche se l’Espresso esce dalla galassia Agnelli-Elkann, non si interrompe la sinergia con il Gruppo: gli accordi prevedono il prosieguo di iniziative editoriali congiunte, come l’abbinamento del settimanale con l’edizione domenicale de La Repubblica.
L’eventuale vendita si inserirebbe nella volontà del colosso dell’editoria italiana di semplificare la gestione delle società detenute. Elkann quando pose fine all’epoca De Benedetti acquisendo nel 2020 il Gruppo Gedi per 102 milioni di euro aveva annunciato la volontà di puntare sul digitale, non stupirebbe quindi che possa trovare ancora una sinergia con il pioniere dell’Università telematica italiana.
Altro indizio una precisa clausola contrattuale inserita dal venditore nell’operazione tra GEDI e BFC Media con la quale si esclude la possibilità di trasformare L’Espresso in un quotidiano, almeno fino alla fine del 2023.
La deduzione è che Iervolino, dopo il settimanale, voglia puntare a un quotidiano generalista nazionale. L’amministratore delegato di Exor intanto avrebbe già sul tavolo un’opzione put di vendita, ma rimane il nodo del prezzo.
Ricordiamo che Elkann comprò la quota del 47% del Gruppo Gedi da De Benedetti al prezzo di 0,46 euro per azione, per un valore di 102,4 milioni di euro (230 milioni il valore dell'intero Gruppo). Pare che l'editore non vorrebbe cedere La Repubblica a meno di 280 milioni, l'imprenditore abbasserebbe invece l'asticella a 200 milioni, meno i giornalisti trasferiti a Torino in questi due anni.
Per quanto riguarda le sorti della direzione de La Repubblica, anche in questo caso (ricordiamo che Marco Damilano, ex direttore de l’Espresso, si dimise in seguito alla vendita con conseguente protesta dei giornalisti) potrebbe esserci un cambio.
La Repubblica, la carta crolla sotto le 100 mila copie
Molinari in un’intervista apparsa in apertura del numero di ottobre di Prima Comunicazione ha annunciato una rivoluzione nell’assetto organizzativo e strutturale del quotidiano, con una netta separazione tra carta e digitale, la prima affidata al vicedirettore Francesco Bei, la seconda al vicedirettore Carlo Bonini. Una squadra di deskisti scelti si occuperà invece di selezionare i contenuti da pubblicare.
“È prevista una continua indicizzazione dei contenuti, per intervenire rapidamente e costruire un’offerta informativa in linea con le preferenze dei lettori” spiega il Direttore. Obiettivo del riassetto dunque il tentativo di recuperare i lettori persi negli ultimi anni.
Quello dei lettori di La Repubblica, seppur il contesto dell’editoria in generale sia in flessione, è infatti un crollo vertiginoso che non da cenni di risalita, specialmente nel cartaceo. Secondo i dati di Accertamenti Diffusione Stampa (ADS) ad agosto 2022 il quotidiano ha subìto un calo delle vendite individuali cartacee del 20,4% rispetto allo stesso mese del 2021 (89.500 vs le 112.524).
[fonte: ADS]
La discesa sotto la soglia delle 100 mila copie rende inoltre difficile mantenere una leadership a livello nazionale: diventa infatti complicato consentire una distribuzione efficiente in tutte le edicole (circa 25 mila punti vendita) tenendo conto anche di quelle cosiddette “alto vendenti”.
Il calo delle copie unito alle problematiche interne nate dal cambio di linea rispetto gli anni precedenti avrebbe creato molti dissapori sia con l’organizzazione redazionale sia con l’azionista. L’attuale direttore Maurizio Molinari inoltre pare possa intraprendere presto una nuova avventura negli Stati Uniti.
Massimo Giannini, direttore de La Stampa, sarebbe attualmente il nome più accreditato per dirigere il quotidiano generalista fondato da Eugenio Scalfari nel 14 gennaio 1976.