GEA, Consiglio: “Inclusività? Non solo etica ma fattore critico di successo. Serve battaglia culturale”
I brand inclusivi crescono del 23% rispetto alle aziende omogenee. GEA con Fondazione Diversity e Focus Management lancia una call to action per identificare i casi virtuosi e le angolazioni differenti di cui la diversity si compone
GEA Consulenti di direzione con il contributo di Fondazione Diversity e Focus Management ha oggi aperto un tavolo di confronto in merito alla necessità di spingere le aziende a orientarsi sempre più verso l’inclusività. Non si tratta più di un mero fattore etico, ma, secondo le parole di Luigi Consiglio, di un vero “fattore critico di successo”, volano per le performance e l’internazionalizzazione delle nostre aziende.
La Diversity & Inclusion si pone come elemento cruciale per garantire la solidità economica ed etica delle aziende nel medio-lungo periodo, sia in termini di risorse umane che di performance di brand e di mercato. Il gap in termini di crescita dei ricavi tra un brand percepito come molto inclusivo ed uno poco inclusivo può superare infatti il 23% (dati Diversity Brand Index 2021).
Intanto l’evento lancia una call to action per identificare i casi virtuosi e le angolazioni differenti di cui la diversity si compone. Un appello per ricevere casi, esempi, idee in tutti gli ambiti possibili: nel privato, nel pubblico, nei servizi.
Diversity Brand Index: quali sono i brand più inclusivi?
I dati Diversity Brand Index e le relative best practice, riferite ai migliori 20 brand capaci di lavorare concretamente sull’inclusione e di comunicare questo impegno al mercato finale, verranno presentati il prossimo 14 marzo 2023 in Borsa Italiana a Milano durante l’evento, organizzato da GEA con la partecipazione di Fondazione Diversity e Focus Management e con ospiti Alessandra Losito direttrice generale di Pictet Wealth Management Italia e Giovanna Della Posta, ad di Invimit Sgr, che punterà a diffondere la cultura dell’inclusione presso l’impresa industriale italiana.
Nel 2022 l’indice ha annoverato nella TOP 20 Actimel, Amazon, Barbie, Burger King, Coca-Cola, Decathlon, Diesel, Durex, Esselunga, Fastweb, Freeda, FS Italiane, Google, H&M, Ikea, L'Oréal, Sorgenia, TIM, Vodafone e Netflix, che è stato il brand vincitore.
“Sulla base di diverse case history aziendali, dimostreremo come l’attenzione all’inclusione e la capacità di ascolto possano diventare un vero e proprio driver di valore non solo etico ma anche di performance dell’azienda” ha commentato Luigi Consiglio, presidente di GEA Consulenti di direzione. “La comprensione delle singole forme di diversità e la capacità di trasformarle in azioni inclusive arricchisce in modo più che proporzionale la brand equity riflettendosi sul posizionamento e sui risultati in termini market share, fatturato e redditività, a parità di altre condizioni”.
Il tema Diversity & Inclusion il 28 ottobre 2022 sarà anche l’argomento della tavola rotonda «Inclusività e ESG come vantaggio competitivo dell'industria italiana. Studio originale GEA» all’interno della cornice dello storico premio Eccellenze d’Impresa.
Consiglio, GEA Consulenti: “Inclusività fattore critico di successo per l’internazionalizzazione dell’industria italiana”
Luigi Consiglio, presidente di GEA Consulenti di direzione, a Il Giornale d’Italia:
“Indispensabile che gli imprenditori capiscano che l’inclusività è il principale fattore competitivo nelle loro mani, è il fattore critico di successo per l’internazionalizzazione dell’industria italiana. Solo attraverso la comprensione e l’ascolto di tutte le differenti componenti interne e esterne la strategia riceve un incredibile stacco. Con questo in mente possiamo facilmente capire come un’azienda diversa e inclusiva riesca a vincere sui mercati internazionali molto più di un’azienda omogenea e coerente".
Della Posta, Invimit Sgr: “Più sinergia tra pubblico e privato anche sulla Diversity”
VIDEO- Della Posta, Invimit Sgr: “Più sinergia tra pubblico e privato anche sulla Diversity”
Giovanna Della Posta, ad di Invimit Sgr, a Il Giornale d’Italia:
“Penso che il pubblico abbia tanta ricchezza in termini di diversity, così come c’è nel privato. Il vero tema è che c’è un confine tra questi due settori, è ad esempio molto difficile che un manager pubblico diventi un manager privato e viceversa, però sarebbe molto arricchente per entrambi.
“Io che ho fatto questo passaggio posso testimoniare che ho imparato tantissimo dal pubblico, dove c’è una diversity molto ampia il problema è che hanno meno leve a differenza del privato anche se riescono comunque a raggiungere i risultati. Per i manager pubblici sarebbe bello allo stesso tempo imparare dal privato. Cerchiamo di abbattere questi pregiudizi, lo facciamo tutti i giorni e continuiamo su questa strada”.