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I morti sul lavoro crescono e le sinistre tacciono: meglio occuparsi di arcobaleni

Una situazione sempre peggiore per il mondo del lavoro

21 Giugno 2023

I morti sul lavoro crescono e le sinistre tacciono: meglio occuparsi di arcobaleni

Fonte: imagoeconomica

Sono del tutto scoraggianti i recenti dati pubblicati da Inail a proposito dei morti al lavoro nel primo quadrimestre in Italia nel 2023. Si parla - così sul "Corriere della sera" - di 5 decessi in 24 ore, 264 nei primi 4 mesi del 2023. Insomma, una vera e propria strage silenziosa, che avviene lentamente, giorno per giorno, della quale nessuno tende a parlare e soprattutto nessuno tende seriamente a occuparsi. Sì, perché il tema del lavoro e dei suoi diritti è il grande assente nel dibattito politico contemporaneo, quasi come se fosse uscito dai radar e quindi, non esistendo nella sfera dell'apparire, avesse smesso di esistere anche nella sfera del reale. Il paradosso è sotto gli occhi di tutti: sempre più persone muoiono al lavoro e sempre meno la politica si occupa del lavoro. Che non se ne occupi la destra, non stupisce, dato che mai il suo riferimento privilegiato sono state le classi lavoratrici. La vera novitas riguarda il fatto che anche le sinistre stesse hanno ormai da tempo disertato il campo del lavoro e dei suoi diritti, preferendo rivolgersi a questioni sideralmente distanti dal conflitto socio-economico come ad esempio i capricci arcobaleno e quelli che vengono in forma decontestualizzata detti oggi "diritti civili". L'arcobaleno diventa esso stesso il simbolo della sinistra neoliberale e del suo sovrano disinteresse per la questione dei diritti sociali e del lavoro. E dire che la ragione sociale principale della sinistra, nel Novecento, fu proprio la sacrosanta tutela del lavoro e dei lavoratori, in vista del contenimento della voracità spietata del capitale e in vista del superamento del capitalismo stesso nel nome di un mondo in cui il lavoro fosse finalmente libero ed emancipato. Dimentica di sè e della propria storia, come Apicella, il protagonista smemorato di "Palombella rossa" di Nanni Moretti, l'odierna sinistra neo-liberale demofobica e nemica delle classi lavoratrici quasi fa concorrenza alla destra neoliberale nel non occuparsi del lavoro e nel difendere comunque sempre le ragioni del capitale. Insomma, con una sinistra come quella odierna la destra stessa risulta sempre più superflua nel tutelare gli interessi del padronato cosmopolitico contro le classi lavoratrici. Si produce così quella che potremmo ragion veduta definire la solitudine dei lavoratori, non più rappresentati né difesi, abbandonati al loro destino, che nella fattispecie è un destino particolarmente infausto, come ci rivelano i dati che stiamo commentando. Chissà davvero cosa direbbero Marx e Gramsci. Sappiamo però per certo quello che di loro direbbero le sinistre neoliberali: che sono fascisti e populisti, perché disallineati rispetto al discorso neoliberale delle sinistre fucsia.

Di Diego Fusaro.

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