15 Febbraio 2022
Due anni di pandemia e tante le parole nuove che abbiamo imparato per comunicare la nostra quotidianità. Tra tutte, sicuramente “smart working” è tra le più utilizzate nei nostri discorsi. Sono molte le imprese che scelgono l’approccio smart con l’entusiasmo dei loro dipendenti. Ma se il nuovo assetto è arrivato in gran fretta per i tempi dettati da una situazione di emergenza, oggi, a distanza di due anni dal primo grande lockdown molte aziende si trovano con spazi interni da riorganizzare. Luoghi che racchiudono un altissimo potenziale se andiamo oltre la scrivania, la sedia, il pc e poggiamo lo sguardo sulla risorsa umana.
Ne parliamo con Carlo De Angelis, architetto e founder di DEC.
"Per rispondere a questa domanda, mi vengono in mente alcuni esempi formidabili che hanno cambiato i processi lavorativi degli ultimi decenni. Storie aziendali come “Mac Donald” o “Amazon”, hanno creato un sistema di lavoro identitario attraverso la definizione dei loro spazi. Mac Donald non ha costruito solo una cucina, ha ripensato il concetto di cucina in funzione al suo processo di lavoro. Cosi come Bezos, non ha costruito magazzini basandosi su modelli standard: ha ripensato il concetto di logistica in base al suo business. Esempi di big company che sono diventati icone di stile nella progettazione degli spazi di lavoro, creando risorse umane uniche al loro interno. Se per anni siamo stati abituati a tendenze stilistiche provenienti da oltreoceano (prima) e oltremanica (poi) fino ad arrivare a noi, ora la tendenza nasce dall’azienda che osa di più, diventando un modello da imitare dagli spazi alle risorse interne. Mi confronto quotidianamente con CEO e Manager che condividono la difficoltà di ripensare gli spazi all’interno della loro impresa. La pandemia gli ha dato un’opportunità unica in questo senso: quella di essere i primi a beneficiare di una consulenza che li renda unici e fortemente identitari, per un modello di business intelligente che strutturiamo per loro. Professionisti del settore come noi si misurano quotidianamente con consulenze dedicate per disegnare o ripensare i loro luoghi di lavoro in base e renderli unici e distintivi. Abbiamo il coraggio di andare oltre, abbiamo la pretesa di creare nuovi spazi che creino nuove risorse".
"Tutto parte dalla consulenza. All’azienda che si affida a noi, affidiamo a sua volta esperti di settore per ogni installazione tecnica, top di gamma di prodotti, alti standard qualitativi ed etici, per un approccio completamente customizzato. Affinché il lavoratore stesso possa sentirsi unico e geloso (oserei dire) del suo posto di lavoro. Parliamo con i dirigenti e con gli impiegati, capiamo le loro idee e aspettative, interagiamo con tutte le risorse umane al loro interno che ci raccontano le loro priorità; bisogni che sono stati completamente stravolti a favore di un benessere psico-fisico non più negoziabile. Un approccio human resource centered risulta essere fondamentale per la ridefinizione degli spazi. Con le risorse al centro, l’azienda vi ruota intorno, aprendosi a nuove collisioni: collaborazioni esterne, possibilità di ospitare altre aziende, manager e studenti, Università, Accademie, Business School e Istituti professionali. Un universo che si incontra e nuovi affari che nascono con risorse umane sempre nuove e motivate. Un’azienda che si predispone nel ripensare i suoi spazi, attira nuovi “abitanti” nel suo pianeta".
"Il nostro focus è proprio questo: investire sulle risorse umane. Quello che stiamo proponendo è di creare all’interno delle piccole e medie imprese, nuovi spazi per le università. La vera innovazione è introdurre aree predisposte a questo interscambio, invitare studenti universitari attraverso spazi di co-studying e co-working, training on the job creando attività nuove per la loro formazione. Stiamo già mettendo in atto questi cambiamenti attraverso la nostra consulenza e nelle prossime settimane vi racconteremo di più".
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