Proteste in Turchia contro Erdogan, 1133 arresti, di cui 10 giornalisti, Imamoglu (Chp) dal carcere vince primarie con 13 mln di voti

Imamoglu, sindaco di Istanbul arrestato, sfida Erdogan dal carcere di massima sicurezza di Marmara: "Non mi piegherà"; decaduta l'accusa di terrorismo

In Turchia continuano le proteste contro l'arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, fermato in casa sua lo scorso mercoledì da un massiccio operativo della polizia. Confermato l'arresto dai giudici, Imamoglu si trova adesso in carcere "sospeso temporaneamente" dal suo incarico e da dove ha ricevuto la preferenza di 13 milioni di elettori come candidato del partito d'opposizione Chp alle presidenziali 2028.

Quinto giorno di proteste in Turchia, Erdogan aumenta la stretta sui manifestanti: salgono a 1133 gli arresti, 10 di loro sono giornalisti

Da cinque giorni continuano le proteste in tutte le principali e minori città della Turchia, nonostante il divieto di manifestazioni esteso fino al 26 marzo. Le sollevazioni sono iniziate in solidarietà con l'arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu e sono proseguite, anche su sollecito esplicito del partito dell'opposizione Chp, sfidando apertamente il divieto imposto.

La polizia ha utilizzato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni contro i manifestanti. Il bilancio attuale è di 1133 arresti, secondo quanto ha pubblicato su X il ministro turco degli Interni, Ali  Yerlikaya, accusati di "attività illegali tra il 19 e il 23 marzo", tra questi ci sarebbero anche persone "affiliate con 12 differenti organizzazioni terroristiche", ha continuano Yerlikaya.

Sono stati arrestati anche 10 giornalisti turchi, prelevati direttamente dalle loro case a Istanbul e Smirne: Onur TosunBulent KilicZeynep Kuray, Yasin Akgul, Hayri Tunc, Kurtulus Ari, Zisan Gur, Murat Kocabas, Gokhan Kam e Baris Ince.

Imamoglu dal carcere: "Non mi piegherò a Erdogan"

L'accusa a Imamoglu, confermata dalla Corte di Istanbul è di corruzione, mentre sarebbe decaduta quella di terrorismo. "Temporaneamente sospeso" dal suo ruolo, è stato trasferito al carcere di massima sicurezza di Marmara. Ciò nonostante, ha ricevuto i voti di 13 milioni di elettori che lo hanno preferito come candidato alle elezioni presidenziali del 2028.

"Decine di milioni di persone in questo Paese, che soffrono per l'oppressione del governo, per un'economia in rovina, per l'incompetenza e l'illegalità, si sono precipitate alle urne per dire 'basta' al (presidente turco) Erdogan", ha commentato Imamoglu con un post su X che ieri dal carcere sfidava il Presidente: "Non mi piegherà". I suoi legali hanno affermato che faranno ricorso contro l'eventuale revoca della sua laurea presso la Corte costituzionale e la Cedu. Rimane però, l'accusa di corruzione, se confermata non potrà comunque concorrere alle elezioni presidenziali.