11 Maggio 2024
Gli snob che conoscono il rock di nicchia piangono Steve Albini, il produttore senza compromessi che dava un suono potente ed aspro ai dischi dei gruppi “alternativi”. Steve Albini, scomparso improvvisamente, era un ultrà che azzannava chi consigliasse cautela nel vaccinare i bambini. Ci si chiede continuamente a chi facevano male queste pozioni sperimentali, ma la domanda va invertita: a chi facevano bene? La leggenda, perpetrata dalle case farmaceutiche che pagano la comunicazione, parla ora di sei, ora di venti milioni di vite salvate, ma intanto escono tutte le magagne, le vergogne per soffocare la pericolosità acquisita delle pozioni. Lo sapevano tutti al punto che l’ex capo di Aifa, il Palù, chiamava un personaggio in alto loco per chiedere un freno dopo la morte della giovane Camilla Canepa, risposta: non pervenuta. E il personaggio più sopra di Speranza e di tutti, quello che poteva decidere, o era Draghi, quello del “non ti vaccini, ti ammali, muori”, o era il Mattarella del “non si invochi la libertà per non vaccinarsi”: frasi ugualmente agghiaccianti che hanno una responsabilità precisa nella distruzione che si va scoprendo adesso. Hanno un bel dannarsi quelli come il direttore della prevenzione, Rezza, nel ripetere in giro che non c’erano prove, che gli effetti avversi erano pochi, che serviva vaccinare a tappeto per scoprirli: sono affermazioni sconcertanti, che finiscono per peggiorare la posizione di quanti ebbero un ruolo nel regime sanitario e concentrazionario. A chi facevano bene questi vaccini tutti sbagliati? Adesso si immaginano le manovre losche tipiche del mercato quando prende il sopravvento sulla logica e sull’etica di elementare umanità, cioè praticamente sempre, si ipotizza l’ammissione della nocività di Astrazeneca per farla fuori a beneficio dei concorrenti e per lanciare i nuovi vaccini a tecnologia rMNA. Che però non sono meno pericolosi degli altri. Pfizer il beneficiario della falcidie di Astrazeca, ma cominciano anche per lei ad emergere i casi di giovani falciati, di pazienti folgorati dopo la somministrazione. Quanto a dire che alla fine non si salverà nessuno, essendo queste diavolerie da Stranamore micidiali al punto che nessuna comunicazione, per quanto pagata, può dimostrare il contrario. Non più, almeno. Anche se i virologi scrocconi e farabutti già rilanciano con le pandemie più fantasiose, zanzare, pulci, zecche, camosci, galli cedroni: tutte da risolvere con nuove raffiche di vaccini. Il gioco ormai è scoperto, non regge più come non reggono le contraddizioni, le menzogne di quanti oggi portati idealmente sul banco degli imputati per un processo che non sarà giudiziario ma è sociale, sanitario. E politico.
Perché questa faccenda di sanitario aveva giusto il pretesto, era una faccenda politica ossia di potere e un potere spartito, condiviso fra tutti, da sinistra a destra. Prova ne sia che le bugie, le manovre continuano in seno alla politica che scarica le sue responsabilità, che fa volare gli stracci. Ma quanto le servirà, essendo ormai palese la falcidie? Chi è che non si rende conto ormai dello stato delle cose, del livello tragico delle conseguenze? Davvero non si arriva a capire che se tutti i tennisti si ritirano contemporaneamente, con la sincronia di un corpo di ballo di sciancati, non può essere un caso ma solo il vaccino assunto forzatamente tre anni prima? Dice Sinner, il campionissimo stroncato a 22 anni: “Le cose sono più gravi del previsto, mi fermo un anno”. Ma il sospetto è che l’anno sia senza termine, che la sua carriera sia già finita. E non spiegano, non dicono in cosa starebbe la gravità imprevista che non riguarda solo l’anca, anche se l’anca di un novantenne. Tennisti giovani, atleti supercontrollati, che cadono in preda ai dolori, agli acciacchi, a raffreddori e influenze banalissime ma di colpo incontrollabili e violente. Proprio gli effetti che scatena il vaccino nei tempi lunghi, la distruzione del patrimonio immunitario come previsto da quelli che poi venivano silenziati o radiati. O infamati. Immunizzazione distrutta, cuori di burro: un influencer di 25 anni, molto seguito, accusa un infarto mentre è in treno e si salva con l’applicazione in extremis di un defibrillatore. Una ventitreenne di Pavia, Alessia Intisio, cade stecchita durante mentre sta allenando una squadra di pallavolo giovanile. Il Nobel Montagnier lo aveva detto: “Moriranno improvvisamente”. E ancora si fa finta di stupirsi, di chiedersi come sia possibile? Un calciatore di 21 anni, Erik Zanelli, costretto al pacemaker perché si è scoperto una miocardite. Quasi 800 atleti crollati sui campi o sulle piste per eventi cardiaci nel 2023, età media 23 anni. “E’ sempre successo?”. Queste sono le arrampicate sugli specchi dei vari Rezza e Locatelli. Poi ci sono le altre malattie “non spiegate”. Ruben Douglas, il campione di basket della Fortitudo, muore a 44 anni per “un male improvviso”. Tutti quelli che facevano lo spot con le due dita sulla spalla per sponsorizzare il vaccino sono malati, chi di cuore, chi di patologie neurologiche, chi di tumori più o meno “turbo”. Anche quelli che non lo facevano, anche gli scettici che all’ultimo momento si erano decisi credendo di risolversi per il male minore. Invece avevano gonfiato il pericolo del Covid per coprire quello, effettivo, dell’anticovid, del vaccino. Adesso dicono: dovevamo bucarli tutti per capire quanto facesse male. Una frase da Mengele, una impostazione terrificante. Ma l’hanno fatto e, esattamente come a Norimberga, si salvano dicendo: noi obbedivamo, noi eseguivamo gli ordini e comunque abbiamo salvato l’umanità. Da che cosa non si sa, non lo sanno neanche loro ma insistono. Nessuno tradisce l’ombra di un rimorso. Eravamo in mano a dei mostri, spietati, senza anima, senza coscienza, che ancora si vantano, si giustificano, ridono, ci riprovano.
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