Nigeria, liberati 100 dei 303 studenti rapiti da scuola cristiana St. Mary; creata task force Usa-Abuja per "migliorare sicurezza nel Paese"
Non sono state chiarite le circostanze del rilascio. Dei 303 allievi rapiti, 50 erano riusciti a fuggire il giorno dopo il sequestro. Con il recente salvataggio di 100 studenti e studentesse, circa 153 alunni continuano ad essere nelle mani dei rapitori
Circa 100 studenti, dei 303 totali rapiti da un gruppo di uomini armati dall'istituto cristiano St. Mary in Nigeria lo scorso 21 novembre, sono stati liberati e rilasciati con l'aiuto del governo nigeriano. Intanto però, i rimanenti restano nelle mani dei rapitori.
Nigeria, liberati 100 dei 303 studenti rapiti da scuola cristiana St. Mary; creata task force Usa-Abuja per "migliorare sicurezza nel Paese"
Il governo nigeriano è riuscito ad ottenere la liberazione di 100 studenti e studentesse vittime, lo scorso 21 novembre, di uno dei più grandi rapimenti di massa nel Paese degli ultimi anni. A darne conferma all'AFP (Agence France-Presse) è stato Sunday Dare, portavoce del governo nigeriano, sebbene tuttora non siano ancora chiare le modalità con cui sia avvenuto il salvataggio - se cioè la liberazione sia stata possibile attraverso negoziati, pagamento di riscatto, o operazione di sicurezza.
"Tutti gli studenti e gli altri nigeriani rapiti in tutto il Paese devono essere salvati e riportati a casa sani e salvi" ha comunicato il presidente Bola Tinubu senza però aggiungere ulteriori dettagli sull'esito del rilascio degli ostaggi. Circa due settimane fa, nella scuola privata cristiana St. Mary di Papiri - zona ovest del Paese -, 315 persone (di cui 12 insegnanti) erano state rapite da "banditi" non ben identificati. 50 studenti pare fossero riusciti a fuggire già il giorno dopo, ma più nulla si era saputo delle rimanenti 265 vittime. I 100 studenti liberati sono stati fatti arrivare a Minna, capitale dello Stato del Niger, su minibus scortati da veicoli militari blindati, quindi ricevuti da funzionari del governo tra cui Mohammed Umar Bago.
A quanto si apprende da dichiarazioni di Abdullahi Sule, governatore dello Stato di Nasarawa, cruciale è stato il ruolo svolto dal governo federale sebbene non sia possibile chiarire - ha continuato Sule - i "retroscena" degli sforzi di liberazione per "motivi di sicurezza". I casi di sequestri e rapimenti in Nigeria sono numerosi, ed è questo uno dei fattori che ha spinto il Presidente Usa Trump ad avvisare di un'esplicito intervento militare Usa nello Stato africano.
E, in effetti, pare che ieri, 8 dicembre, in Nigeria vi sia recata proprio una delegazione del Congresso degli Stati Uniti per riunirsi coi leader di Stato e Chiesa al fine di "migliorare la sicurezza nel paese" attraverso la creazione di una task force congiunta tra Abuja e Washington. A seguito dei colloqui, il deputato Riley Moore ha informato del buon esito della conversazione, anticipando future azioni pronte a combattere le "organizzazioni terroristiche" e a "fermare l'uccisione dei cristiani".