Palestina, Papa Leone XIV: "Due Stati unica soluzione ma Israele non l'accetta; nessuno sia costretto a lasciare la propria terra"

La pace, ha sottolineato il Pontefice, cresce in un contesto vitale concreto fatto di radici storiche, geografiche e spirituali, e vanno sostenuti coloro che coltivano tali legami "senza cedere a localismi e nazionalismi"

Papa Leone XIV è volato ieri in Libano dalla Turchia, come previsto dal programma del suo primo viaggio apostolico. Sul volo per Beirut, il Pontefice si è espresso sulla guerra in Ucraina e a Gaza, sottolineando come ci sia bisogno di pace e quale sia il ruolo del Vaticano nella mediazione; nello specifico, Leone XIV ha rimarcato come "la Santa Sede già da diversi anni pubblicamente appoggia la soluzione di due Stati", nel conflitto israelo-palestinese, "ma sappiamo tutti che in questo momento Israele ancora non accetta questa soluzione ma la vediamo come unica soluzione al conflitto che continuamente vivono".

Papa Leone XIV ha poi aggiunto: "Noi siamo anche amici di Israele e cerchiamo con le due parti di essere una voce mediatrice che possa aiutare ad avvicinarci ad una soluzione giusta per tutti. Il presidente Erdogan è certamente d'accordo con questo".

Palestina, Papa Leone XIV: "Due Stati unica soluzione ma Israele non l'accetta; nessuno sia costretto a lasciare la propria terra"

Riguardo al ruolo della Turchia, il Papa ha ricordato come Ankara abbia contribuito "per l'Ucraina qualche mese fa con la possibilità di dialogo tra Ucraina e Russia. Il presidente Erdogan ha aiutato molto a convocare le due parti. Ancora non abbiamo visto purtroppo una soluzione però ci sono oggi di nuovo proposte concrete per la pace". Sul volo tra Istanbul e Beirut ha inoltre manifestato speranza: "Speriamo che Erdogan, con i suoi rapporti con il Presidente di Russia, di Ucraina e di Stati Uniti possa aiutare a promuovere il dialogo, il cessate il fuoco e risolvere questo conflitto, questa guerra in Ucraina".

Nel suo intervento alle autorità libanesi, il Pontefice ha poi sottolineato: "La Chiesa non è soltanto preoccupata della dignità di coloro che si muovono verso Paesi diversi dal proprio, ma vuole che nessuno sia costretto a partire e che chiunque lo desideri possa in sicurezza ritornare". Ha quindi ricordato che "la mobilità umana, infatti, rappresenta un’immensa opportunità di incontro e di reciproco arricchimento, ma non cancella lo speciale legame che unisce ciascuno a determinati luoghi, a cui deve la propria identità in modo del tutto peculiare". La pace, ha proseguito, cresce in un contesto vitale concreto fatto di radici storiche, geografiche e spirituali, e vanno sostenuti coloro che coltivano tali legami "senza cedere a localismi e nazionalismi".

Richiamando l'enciclica Fratelli tutti, Leone XIV ha citato: "Bisogna guardare al globale, che ci riscatta dalla meschinità casalinga… Al tempo stesso, bisogna assumere cordialmente la dimensione locale… Pertanto, la fraternità universale e l’amicizia sociale all’interno di ogni società sono due poli inseparabili e coessenziali".

La giornata del secondo giorno in Libano prevede per Papa Leone XIV la visita e la preghiera sulla tomba di San Charbel Makluf al Monastero di San Maroun ad Annaya; l’incontro con vescovi, sacerdoti, consacrati e operatori pastorali al Santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa; un incontro ecumenico e interreligioso in piazza dei Martiri a Beirut; e infine il dialogo con i giovani nel piazzale antistante il Patriarcato di Antiochia dei Maroniti a Bkerké.