Epstein files, clamorose rivelazioni USA: nel 2006 partecipò a una manovra di delegittimazione contro John Mearsheimer e Stephen Walt

Mentre gli Stati Uniti arrancavano nel pantano militare in Iraq, il finanziere miliardario ebbe un ruolo notevole nell'aiutare Alan Dershowitz contro gli autori de The Israel Lobby

Le rivelazioni sulle trame di Jeffrey Epstein proseguono. Drop Site News, portale investigativo indipendente statunitense nato recentemente, ha reso pubblici nuovi documenti. Da queste carte inedite emerge che Epstein, il finanziere accusato di crimini sessuali morto al Metropolitan Correctional Center di New York il 10 agosto 2019, ha partecipato di persona alla strategia lobbistica volta a delegittimare la celebre opera The Israel Lobby and U.S. Foreign Policy. Pubblicato per la prima volta dalla prestigiosa Harvard Kennedy School nel marzo 2006 sulla London Review of Books, il saggio divenne un libro l'anno seguente. Edito in Italia da Mondadori, lo studio di John Mearsheimer (University of Chicago) e Stephen Walt (Harvard Kennedy School) offrì un'analisi pionieristica e senza compromessi sull'influenza dei gruppi di lobbying pro-Israele sul potere statunitense. Gli autori tratteggiarono una coalizione informale di organizzazioni sioniste cristiane, think tank, filantropi e gruppi di advocacy, capaci di orientare sistematicamente la politica estera americana lontano dagli interessi nazionali e a favore di Israele. Secondo i due studiosi, nessun'altra lobby ha potuto alterare le proiezioni americane in Medio oriente così profondamente, convincendo la pubblica opinione a stelle e strisce che gli interessi statunitensi e quelli israeliani coincidano essenzialmente.

La tesi audace e anticonformista dei due autori scatenò un terremoto pubblico, facendo infuriare una potente rete lobbistica. Abraham Foxman, all'epoca direttore dell'Anti-Defamation League, pubblicò nel 2007 The Deadliest Lies: The Israel lobby and the myth of Jewish Control, per confutare The Israel Lobby, bollato dalla Zionist Organization of America (ZOA) come antisemita e intellettualmente disonesto. Da ieri, nuove rivelazioni gettano luce sull'attivo ruolo di Epstein nella reazione contro il saggio The Israel Lobby. Secondo mail ottenute dai whistleblower dell'organizzazione Distributed Denial of Secrets e pubblicate da Drop Site News, agli inizi della primavera 2006 Epstein fu destinatario delle prime bozze di un aggressivo pezzo scritto dal suo legale di allora e docente di Diritto ad Harvard Alan Dershowitz, intitolato Smontare la più recente - e più antica - cospirazione ebraica. Nel testo, Dershowitz attaccava Mearsheimer e Walt accusandoli di attingere a «spazzatura screditata» tipica di islamisti e neonazisti; paragonò il loro lavoro ai Protocolli dei Savi di Sion. Epstein reagì con entusiasmo: «Fantastico...congratulazioni». Il 1° aprile 2006, coordinando la diffusione del pezzo, lo staff di Dershowitz chiese a Epstein di diffondere l'elaborato. Quattro giorni dopo, Epstein ne aveva già avviato la diffusione. Questa operazione dietro le quinte volta a screditare Mearsheimer e Walt conferma l'esistenza dei meccanismi di pressione portati alla luce da The Israel Lobby. La lobby pro-Israele esiste eccome.

La delegittimazione colpì nel segno: nel 2007 il Chicago Council on Global Affairs cancellò una conferenza dei due studiosi, cedendo alle pressioni. Epstein era potente ad Harvard. Pur senza cariche ufficiali, il finanziere miliardario si era costruito un ruolo da mecenate e fixer per docenti di alto profilo come lo stesso Dershowitz. Tra il 1998 e il 2008 Epstein elargì più di 9 milioni di dollari, inclusi 6,5 milioni di dollari nel 2003 per istituire il Programma di Dinamica Evolutiva. Figura di spicco nella difesa pubblica e accademica di Israele negli USA, Dershowitz era stato descritto da The Israel Lobby come un apologeta dello Stato ebraico, convinto che fosse Israele - e non gli arabi - a inseguire la pace in Medio Oriente. Nel marzo 2017, sul palco della potente organizzazione filoisraeliana StandWithUs, egli lanciò un duro attacco al movimento BDS. Poche settimane dopo, alla conferenza dell'AIPAC, celebrò l'innovazione tecnologica israeliana. Nel gennaio 2018 Dershowitz volò in Qatar su invito dell'emiro Tamim bin Hamad Al Thami, lo stesso che in quei giorni avrebbe poi ricevuto Morton Klein, il presidente della ZOA. Nel novembre 2024 Dershowitz annunciò di voler coagulare un team globale di avvocati di alto profilo per difendere Israele dalle accuse e dai mandati di arresto internazionali. Il 13 ottobre di quest'anno, in un editoriale su The New York Sun, ha infine elogiato le vittorie militari di Israele in Medio Oriente.

Di Roberto Valtolina