Israele, licenziati 3 generali “capri espiatori” dell’Idf Haliva, Basyuk e Finkelman, Zamir: “Non hanno fermato attacco di Hamas del 7 ottobre”
In Israele sono stati licenziati da una commissione creata ad hoc per proteggere il governo Netanyahu i 3 generali dell’Idf Haliva, Basyuk e Finkelman che secondo Zamir non hanno adempito ai loro compiti per proteggere lo stato.
Il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha rimosso dalla riserva i generali Aharon Haliva, Oded Basyuk e Yaron Finkelman, indicandoli come responsabili del mancato contenimento dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, in cui furono uccise circa 1.200 persone e oltre 250 prese in ostaggio. Una scelta che molti analisti giudicano un tentativo di trovare capri espiatori interni per placare la crescente pressione dell’opinione pubblica.
Israele, licenziati 3 generali “capri espiatori” dell’Idf Haliva, Basyuk e Finkelman, Zamir: “Non hanno fermato attacco di Hamas del 7 ottobre”
Nel pieno delle tensioni interne all’establishment israeliano e mentre continuano le accuse internazionali contro Israele per crimini di guerra e il genocidio nella Striscia di Gaza, le Idf scartano 3 generali accusati di non aver protetto diligentemente il paese. Secondo la comunicazione ufficiale dell’esercito, i tre generali – già dimissionari negli anni successivi all’attacco ma ancora formalmente parte della riserva – “non hanno garantito il livello di difesa necessario”. Haliva guidava l’intelligence militare, Basyuk le operazioni e Finkelman aveva appena assunto il comando del Distretto Meridionale, responsabile del confine con Gaza. Zamir ha parlato di “fallimento sistemico e clamoroso”, attribuendo agli ufficiali decisioni errate alla vigilia e durante l’assalto di Hamas.
Tuttavia, le critiche crescono e sono molti quelli che sostengono che queste misure non rappresentino una reale assunzione di responsabilità ai livelli più alti del potere politico e militare, ma "un’operazione cosmetica" per proteggere il governo Netanyahu. Nonostante le proteste e le richieste di una commissione d’inchiesta indipendente, il governo continua a rinviare un’indagine pubblica sul 7 ottobre. Migliaia di manifestanti, insieme ai leader dell’opposizione, sono scesi in piazza a Tel Aviv chiedendo trasparenza e responsabilità strutturale, non singole rimozioni.
Oltre alle tre rimozioni, anche altre figure dell’intelligence verranno allontanate: Shlomi Binder lascerà il suo incarico al termine del mandato e Yossi Sariel, ex comandante dell’Unità 8200, è stato definitivamente escluso dalla riserva. Una serie di scelte che danno l’immagine di un esercito in crisi, sotto pressione interna e internazionale, mentre il governo continua a sottrarsi a una responsabilità politica piena.
Tel Aviv sapeva del 7 ottobre e del piano di Hamas
Un altro elemento che rafforza l’ipotesi dei tre generali come capri espiatori riguarda il documento dell’intelligence IDF rivelato da un emittente. Il rapporto mostra che Israele conosceva in anticipo il piano di Hamas per il 7 ottobre: esercitazioni delle unità Nukhba, obiettivi da colpire e perfino il numero previsto di ostaggi (200–250), quasi identico a quello reale. Il documento, circolato già il 19 settembre 2023 e basato su informazioni dell’unità 8200, venne però ignorato dai vertici, che non emisero alcun allarme. Secondo ulteriori fonti, anche Stati Uniti e CIA avevano segnalato attività anomale nei giorni precedenti l’attacco. Le testimonianze di soldati e osservatrici di confine indicano che per mesi erano stati riportati droni, manomissioni delle telecamere, movimenti sospetti. Tutti segnali rimasti senza risposta.
Queste rivelazioni alimentano la pressione pubblica su Netanyahu, accusato di evitare un’inchiesta nazionale proprio perché rischierebbe di dimostrare che il 7 ottobre non fu imprevedibile, ma il risultato di allarmi ignorati, poi utilizzati per giustificare l’offensiva che ha devastato Gaza.