Corriere della Sera rifiuta pubblicazione intervista con ministro russo Lavrov perché "piena di accuse e propaganda", Cremlino: "Atto di censura"
Al centro dell'interrogativo sulla libertà di stampa e dell'informazione, un'intervista che il ministro russo Lavrov si è visto bocciare dalla direzione del Corriere perché piena di affermazioni "discutibili". Secondo la Tass, Lavrov aveva concesso l'intervista esclusiva per "porre fine al crescente flusso di fake news sulla Russia"
Un'intervista rilasciata in via esclusiva dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov al Corriere della Sera, ma da quest'ultimo non pubblicata perché piena di presunte "accuse e tesi propagandistiche". È questo l'oggetto della disputa in corso tra uno dei maggiori giornali nazionali italiani, il Corriere della Sera, e il Cremlino.
Corriere della Sera rifiuta pubblicazione intervista con ministro russo Lavrov perché "piena di accuse e propaganda", Cremlino: "Atto di censura"
Da un lato i giornalisti nostrani del Corriere, che motivano il rifiuto della pubblicazione definendo il canovaccio dell'intervista sostanzialmente viziato, pieno di "affermazioni discutibili che devono essere verificate o chiarite"; dall'altro il ministro russo Lavrov che, dopo aver concesso l'intervista al quotidiano, se l'è vista bocciare quale plastico segno di "censura". Stando a quanto comunicato dall'agenzia di stampa russa Tass, il Corriere della Sera si sarebbe "rifiutato" di pubblicare un'intervista a tutto campo realizzata col ministro degli Esteri Lavrov in merito agli sviluppi della guerra russo-ucraina. La redazione aveva "accettato con entusiasmo" la proposta - continua la Tass - inviando numerose domande a cui il diplomatico aveva risposto e su cui era "stato preparato molto rapidamente il testo". Testo pronto per la pubblicazione, fino a quanto il quotidiano non ha operato una brusca inversione di marcia. Il Cremlino ha definito questa mossa una chiara "censura", che va ad inserirsi nel quadro di "crescenti fake news sulla Russia". Era stato questo il motivo, secondo l'agenzia russa, il motivo per cui Lavrov aveva accettato l'intervista: "per porre fine in qualche modo a questo flusso di bugie".
"Consideriamo questa una manifestazione di palese censura. I cittadini italiani hanno il diritto di accesso all'informazione, garantito dall'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani" è stata la risposta del ministero russo. A quanto risulta, due sarebbero le versioni dell'intervista: una prima versione integrale, e una seconda curata dai giornalisti del Corriere. Sarebbe in quest'ultima versione che "i passaggi che la Roma ufficiale non vuole vedere sono stati deliberatamente esclusi". Dal canto suo però la testata si è difesa dicendo che la pubblicazione di tali affermazioni di Lavrov "andrebbe oltre i limiti del ragionevole". "Il ministero degli Esteri - racconta la direzione del Corriere - ha risposto alle domande inviate preliminarmente (...) con un testo sterminato pieno di accuse e tesi propagandistiche. Alla nostra richiesta di poter svolgere una vera intervista con un contraddittorio e con la contestazione dei punti che ritenevano andassero approfonditi il ministero ha opposto un rifiuto categorico". "Pensava di applicare ad un giornale italiano gli stessi criteri di un Paese come la Russia dove la libertà d'informazione è stata cancellata" conclude il quotidiano, dicendosi disponibile ad altre interviste solo quando il ministro accetterà "i canoni di un giornalismo libero e indipendente".