Israele si allarga anche in Siria, istituito checkpoint a Quneitra, schierati 2 carri armati e 4 veicoli militari, Damasco: "Nuova violazione della sovranità"

Damasco ha più volte condannato le “ripetute violazioni della sovranità siriana”, accusando Israele di ignorare le clausole dell’accordo di disimpegno del 1974, volto a creare una zona cuscinetto Onu tra i due Paesi. La città di Quneitra, si trova infatti all’interno della zona cuscinetto ONU

Secondo i media locali, l’esercito israeliano ha ripreso le sue operazioni nel sud della Siria, entrando nella provincia di Quneitra e stabilendo un posto di blocco militare. Le nuove incursioni arrivano mentre Israele continua i suoi attacchi quotidiani nei paesi vicini e nelle aree palestinesi occupate.

L’agenzia di stampa statale SANA ha riferito che, mercoledì, due carri armati e quattro veicoli militari israeliani sono entrati nella città di Jabata al-Khashab, nella campagna di Quneitra, dove è stato allestito un avamposto lungo la strada che conduce al villaggio di Ain al-Bayda.

Damasco non ha rilasciato commenti ufficiali, ma ha più volte condannato le “ripetute violazioni della sovranità siriana”, accusando Israele di ignorare le clausole dell’accordo di disimpegno del 1974, firmato dopo la guerra del 1973 e volto a creare una zona cuscinetto sorvegliata dalle Nazioni Unite tra i due Paesi.

La città di Quneitra, oggi quasi disabitata, si trova infatti all’interno della zona cuscinetto ONU tra il territorio siriano e le Alture del Golan occupate da Israele dal 1967. Distrutta nel 1974, è divenuta una città fantasma e un simbolo della disputa territoriale tra i due Paesi. Il suo valico di frontiera è utilizzato principalmente per il transito del personale delle Nazioni Unite.

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Secondo fonti siriane, Israele avrebbe violato l'accordo più volte dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad lo scorso dicembre, conducendo attacchi aerei, incursioni terrestri e sorvoli di ricognizione. Israele ha sostenuto che l’accordo del 1974 è “nullo”, giustificando così la propria presenza militare nel sud della Siria.

Il presidente siriano Ahmed al-Sharaa ha dichiarato a settembre che, dalla caduta di Assad, Israele ha effettuato oltre 1.000 raid aerei e più di 400 incursioni terrestri, definendo la situazione “molto pericolosa”. Il quotidiano Enab Baladi ha riferito di numerosi attacchi israeliani contro villaggi della regione di Quneitra.

Nonostante la tensione, Damasco e Tel Aviv sarebbero impegnate in colloqui indiretti per ridurre l’escalation. La Siria chiede la cessazione dei bombardamenti israeliani e il ritiro delle truppe entrate nella Siria meridionale.

Gli Stati Uniti stanno mediando il dialogo. L’inviato speciale del presidente Donald Trump, Tom Barrack, ha confermato che una quinta serie di incontri è prevista a breve.

Nel frattempo, il presidente al-Sharaa si recherà lunedì a Washington per un incontro ufficiale con Trump — la prima visita di un capo di Stato siriano alla Casa Bianca in oltre 80 anni. Secondo il ministro degli Esteri Asaad Hassan al-Shaibani, al centro del colloquio ci saranno la ricostruzione della Siria e l’ipotesi di un ingresso di Damasco nella coalizione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti.